A cinquant’anni dal martirio, un francobollo dedicato a Sergio Ramelli

Milano, 29 aprile 1975. Sergio Ramelli, giovane militante del Fronte della Gioventù, muore dopo quarantasette giorni di agonia. Era stato aggredito, il 13 marzo, da un commando di Autonomia operaia, che gli aveva teso un’imboscata sotto casa e lo aveva massacrato a colpi di chiave inglese.

Il prossimo anniversario del martirio di Sergio, nel 2025, sarà il cinquantesimo. E anche per questo si stanno moltiplicando le iniziative promosse per far conoscere la storia dello studente di destra dai capelli lunghi, cacciato da scuola per un tema contro le Brigate rosse ed in seguito massacrato per odio politico da giovani che nemmeno lo conoscevano.

Nel corso degli anni a Ramelli sono state intitolate, in numerose città italiane, strade, piazze e giardini. Ci sono inoltre diverse canzoni di autori di area non conforme che parlano di lui. E poi ancora, volendo fare una breve e non esaustiva carrellata, oltre a varie citazioni in saggi e volumi di vari autori, ci sono state l’opera teatrale Chi ha paura dell’uomo nero di Paolo Bussagli (debutto in prima nazionale il 18 marzo 2001 e successive rappresentazioni in 50 teatri italiani), il documentario Milano Burning (2011), il romanzo Quel sottile filo rosso di Marco Venturino (Aga 2013), la puntata della trasmissione Il falco e il gabbiano di Enrico Ruggeri (trasmessa su Radio24 il 12 giugno 2015 e oggi disponibile in podcast), l’albo a fumetti Sergio Ramelli. Quando uccidere un fascista non era reato (Ferrogallico 2017).

In questo periodo, inoltre, sono in libreria due volumi: il saggio Il tempo delle chiavi. L’omicidio Ramelli e la stagione dell’intolleranza di Nicola Rao (Piemme 2024) e la decima edizione ampliata ed aggiornata di Sergio Ramelli. Una storia che fa ancora paura, il libro scritto a più mani da Guido Giraudo, Andrea Arbizzoni, Giovanni Buttini, Francesco Grillo e Paolo Severgnini (Idrovolante 2024, con prefazione di Ignazio La Russa e postfazione di Paola Frassinetti). 

Ci sarà, infine, anche un francobollo commemorativo. Nel programma di emissione per l’anno 2025 di carte e valori postali recentemente diffuso dal Ministero delle imprese e del made in Italy, infatti, è presente l’annuncio dell’emissione, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’omicidio, di un valore bollato dedicato al giovane militante del Fronte della Gioventù milanese barbaramente ucciso nell’aprile del 1975. 

Dopo i Fratelli Virgilio e Stefano Mattei (aprile 2023) e Norma Cossetto (ottobre 2023), dunque, anche Sergio Ramelli verrà inserito tra coloro ai quali è stata intestata un’emissione nell’ambito della serie tematica “Senso civico”, dedicata – è specificato sul sito di Poste Italiane – alla “memoria che vive”. Si tratta indiscutibilmente di un fatto di grande valore e significato, che renderà Sergio non più il martire di una parte politica, ma un simbolo, per tutti, di libertà e coraggio. Con buona pace di quanti, a sinistra, hanno parlato di “francobolli nostalgici” puntando il dito contro una giusta operazione di memoria che invece, a loro dire, non è altro che un tentativo di riscrivere la storia degli anni di Piombo tralasciandone il contesto complessivo. Come dire: ci sono morti – come  Ramelli – che non vanno ricordati. Morti che (non è un caso) sono quelli uccisi dalla violenza della loro parte politica.

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Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi, due volte laureata presso l'università La Sapienza di Roma (in giurisprudenza e in scienze politiche), è giornalista pubblicista e scrittrice. Collabora con diverse testate e case editrici.

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