Ah che Paese speciale è l’Italia, che se si tratta di intrighi, raggiri, storie finite e infinite è sempre un passo davanti a tutti gli altri, vuoi per la fantasia smisurata che anima noi autoctoni, vuoi per il piacere che proviamo nella chiacchiera e spesso, perché no, nella delazione, e dove il programma televisivo più amato e più longevo è Uomini e Donne, appunto una sorta di salotto dove ci si parla male gli uni delle altre e viceversa, sotto l’egida ridanciana di Maria De Filippi che se la gode immaginando quanti soldini incassa per far sbranare pubblicamente le persone, naturalmente in modo metaforico.
E così, come non ammirare questo contrappasso che vede Silvio Berlusconi, proprietario dei Canali Mediaset e quindi implicitamente reo, anche lui, di fare quattrini con gli scandaletti altrui, essere chiamato un giorno sì e l’altro no a rispondere sulle famose o famigerate, come vi pare, “feste eleganti” che si tenevano ad Arcore, o comunque in dimore berlusconiane quando Silvio era presidente del consiglio o “semplicemente” capo dell’opposizione.
Ancora non stanchi di una serie di fatti che hanno davvero stancato tutti, alcuni magistrati italiani se la sono legata, come si dice. Dopo che la Cassazione ha assolto Berlusconi per il processo su “Ruby Rubacuori”, qualcuno non sì è dato pace. E ha continuato ad inseguire la “grande preda” che ormai grande non è più, ma è solo un ricchissimo signore sul viale del tramonto, che tenta di tenersi a galla nella politica italiana senza riuscirci particolarmente bene, e che sarebbe ancora di più consegnato alla storia se non ci fosse nei suoi confronti questo accanimento giustizialista che lo riporta continuamente sulle prime pagine di tutti i giornali, che fa parlare di lui e che, diciamoci la verità, finisce per farlo passare per martire.
Prendete ad esempio il misterioso caso di Imane Fedil. Lei era una gran bella ragazza di origine marocchina, arrivata come tante in Italia per cercare fortuna sfruttando la dote che maggiormente le faceva notare: l’evidente avvenenza. Sia davvero stata una partecipante ai bunga-bunga con Berlusconi e compagnia, non lo sappiamo, certo è che anche lei come non poche altre, si è messa in fila costituendosi parte civile se non altro con la speranza che alla fine potessero arrivare un po’ di quattrini a svoltarle una vita che cominciava a prendere una parabola discendente con gli anni che passano e la bellezza che si appanna. La sua richiesta non fu accolta, non c’erano prove delle sue frequentazioni col Cavaliere, e tutto finì lì.
Poi, però, all’improvviso senza che risulti alcun riscontro su quello che Imane racconta a chiunque la voglia ascoltare, viene “battezzata” come il teste chiave nel processo Ruby ter, che in pratica altro non è che la riedizione del processo in cui Berlusconi è stato assolto, ma che non paghi alcuni magistrati stanno rieditando cercando figure nuove per accusare il Cavaliere. Imane, è una di loro. A lei non sembra vero perché quella è una speranza di futuro. Basta tenere buoni i famosi 7 milioni di euro che Ruby avrebbe ricevuto per il suo silenzio. Così eccola di nuovo in Procura a parlare e straparlare di quanto avrebbe ancora da dire… Intanto, però, tira avanti è difficile. L’aiutano i suoi fratelli, due in Svizzera, uno in Italia, e la famiglia d’origine giù in Marocco. Ciononostante, Imane si accontenta di vivere in una cascina senza luce né acqua corrente, infestata dai topi, come dirà lei stessa, sostenendo che dopo essersi schierata con la Procura nessuno le ha più dato lavoro ma convinta fino all’ultimo di poter tirare fuori qualche soldino dall’affaire Berlusconi. Avesse lasciato perdere le chiacchiere e le chimere, forse avrebbe trovato un lavoro come tanti e oggi potrebbe essere felice. Invece…
Purtroppo, nel peggiore dei modi, l’affare si complica. Nell’ultimo anno, Imane Fadil va in giro raccontando di avere un libro nel cassetto pronto per essere dato alle stampe con delle rivelazioni esplosive, che però non trovava un editore, e in più che lei si sente osservata, seguita. Tutto questo fino al 29 gennaio scorso, quando la donna viene ricoverata in terapia intensiva all’Humanitas di Rozzano. Poi, qualche giorno dopo, viene traferita addirittura in rianimazione. I medici le provano tutte per salvarle la vita ma, sostanzialmente, non sanno nemmeno cosa abbia. Imane presenta una gravissima disfunzione del midollo osseo che ha smesso di produrre globuli bianchi, rossi e piastrine. In più, col trascorrere dei giorni¸ si evidenzia un progressivo e veloce decadimento degli organi.
Imane, sebbene soffra tantissimo, è vigile, e sostiene di essere stata avvelenata. In effetti, alcuni sintomi che presenta possono far pensare anche a un avvelenamento. Si procede con gli esami tossicologici, ma per ora non viene rintracciato nulla di eclatante. Intanto, il primo di marzo, la giovane donna muore.
Ora, per stabilire le cause ufficiali del decesso, bisognerà attendere gli esiti dell’autopsia in programma per mercoledì o giovedì. E nel frattempo via alle chiacchiere su Berlusconi, i bunga-bunga, le mazzette miliardari passate per le mani di tanti, e tutto quello che di peggio di venga in mente quando forse, sarebbe solo da riflettere su una vita perduta per colpa di troppe, assurde promesse.