Innovazione tecnologica e intelligenza artificiale per incrementare e migliorare i raccolti, riavvicinamento delle giovani generazioni al mondo agricolo e giusta retribuzione del loro lavoro, sviluppo della pesca sostenibile, miglioramento dei sistemi alimentari per tutti i popoli, ultimo, non per importanza, la questione africana, lo sviluppo delle potenzialità del continente che detiene il maggior numero di terre coltivabili del pianeta ma che non riesce a essere autosufficiente. Sono questi alcuni dei temi affrontati e gli obiettivi da raggiungere secondo il documento finale del G7 di Ortigia, che ieri si è concluso alla presenza del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida. Un summit che è un successo per l’Italia e per un Governo che, fin dal suo insediamento a Palazzo Chigi, ha puntato molto sull’agricoltura, un comparto storico e fondamentale per la nostra Nazione, schierandosi dalla parte di contadini, allevatori, pescatori contro le derive green imposte dalla Commissione europea e dalle politiche dell’ex commissario Frans Timmermans. “Mentre gli altri spettegolavano sui giornali e facevano gossip da ombrellone o da redazione – ha spiegato il titolare del Masaf, Lollobrigida – noi lavoravamo alla più grande Expo del sistema agroalimentare italiano che mette insieme i produttori, i centri di ricerche, i pescatori, il Parlamento”. Dunque, Siracusa è stata un successo per l’Italia, un modo per dimostrare al mondo che sul tema la nostra Nazione c’è e c’è sempre stata.
La sovranità alimentare vince e convince
D’altronde, proprio la dicitura del dicastero, della “Sovranità alimentare”, criticata fin da subito dalla sinistra che ci vedeva un richiamo al totalitarismo e a un modello alimentare fatto di chiusure, auto-sostentamento e protezionismo, ha ottenuto l’approvazione di altri colleghi, come quello francese: per Frederic Lambert, delegato d’Oltralpe del ministero dell’Agricoltura francese, la sovranità alimentare è “un tema che ci sta molto a cuore. In Francia, come in Italia, abbiamo integrato questo tema nel titolo del nostro ministero. Un concetto che non è sempre ben compreso a livello internazionale”. Questo perché “la sovranità alimentare non ha nulla a che vedere con il protezionismo ma si tratta semplicemente di garantire la gestione del nostro approvvigionamento, consolidando la nostra produzione”. Dunque, quella vista a Siracusa è un’Italia presa a modello dal resto del mondo, specialmente sui tanti temi affrontati: dal cibo sicuro e accessibile alla biodiversità, fino alla cooperazione scientifica per nuovi modelli di produzione che siano sostenibili ma che, al contempo, tengano conto delle esigenze, anche e soprattutto economiche, degli agricoltori.
L’impegno per l’Africa
A Ortigia, dunque, si è vista un’Europa, e in generale un mondo, che si sta spostando verso destra, verso un modello conservatore anche in agricoltura, che non vuol dire rinchiudersi all’interno dei propri confini, ma preservare quello che i nostri avi ci hanno lasciato, aprendosi comunque all’innovazione. E l’apertura maggiore dell’Italia, come detto, è verso l’Africa, che deve riuscire a raggiungere l’autosufficienza, sfruttando a pieno le proprie risorse, prima di tutto per i suoi popoli. “Con i Paesi africani – ha spiegato il ministro – abbiamo approfondito un modo di collaborare che l’Italia ha voluto intitolare a un grande uomo, Enrico Mattei. Lui – ha continuato – seppe guardare all’Africa in modo paritetico, considerandola per quello che è, un continente ricco di potenzialità, di terre, di risorse, di giovani, avendo la consapevolezza che i Paesi più progrediti hanno di contro capacità di innovazione e formazione e immaginando un approccio che sfuggisse a qualsiasi tentazione predatoria e a qualsiasi approccio caritatevole che mette in condizioni spesso di limitare gli interventi verso i Paesi in via di sviluppo all’erogazione di risorse senza visione strategica”.
L’Italia stupisce
Un modello, il Piano Mattei, che piace agli omologhi di Lollobrigida: “L’Italia ha colto l’importanza e la grande sfida emersa dall’Africa”, ha dichiarato Thomas Vilsack, segretario dell’Agricoltura degli Stati Uniti, dicendosi “sorpreso” dai temi affrontati durante il G7. “Le conclusioni del G7 ad Ortigia – ha detto Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia – mostrano un’Italia determinante nello scenario internazionale sui temi legati all’agricoltura e alla pesca. Sono state trattate materie che hanno riscosso il compiacimento perfino degli Usa, che si sono dichiarati stupiti dall’intraprendenza del nostro governo. Un summit che ha posto al centro la nostra Nazione quale protagonista su questi argomenti, mentre le opposizioni hanno come al solito blaterato inutili gossip per tutto il tempo dell’Expo: ecco – ha concluso – la differenza tra chi lavora e chi pensa solo a fare polemiche”.