Roma necessita un sistema di accessibilità diversificato per tutto il territorio

Ma le azioni e gli interventi adottati sino ad oggi non sembrano cha vadano incontro a queste esigenze. Con l'approvazione del DDL costituzionale su Roma Capitale l'Amministrazione capitolina non può più sbagliare

Adesso è il momento buono. 

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge costituzionale che attribuisce più poteri a Roma Capitale, trasferendo competenze e potestà legislativa in diverse materie tra cui il governo del territorio, l’urbanistica ed il trasporto pubblico. “Roma non è una città come le altre. È la Città Eterna ed è impietoso il paragone con le altre Capitali europee e mondiali che godono di status particolari e sono delegate ad esercitare poteri specifici”, come dichiarato dal Presidente del Consiglio. 

Parlare di accessibilità, oggi, per i motivi che ormai sono noti ai più (cantieri, Giubileo, grandi eventi culturali e musicali e via dicendo), significa pensare a due diversi target di mobilità, sistematica ed occasionale, quest’ultima comprensiva del significativo dato sulla mobilità sviluppata dai flussi turistici.

L’accessibilità sistematica al servizio di Trasporto Pubblico automobilistico, oggi per molti romani non è consentita. L’amministrazione di Roma Capitale deve porsi l’obiettivo di “disegnare” modelli di intervento per connettere i territori nei luoghi più disagiati, adottando soluzioni “intelligenti” attraverso un alto livello di tecnologia high-tech ed IoT. Incentivando l’utilizzo di applicazioni per integrare le diverse forme di trasporto e di comunicazione, a partire dal soddisfacimento degli spostamenti delle persone con disabilità (dopo decenni di assoluta dimenticanza).

L’accessibilità occasionale interviene maggiormente nelle aree periferiche, nelle borgate e nelle aree a minore domanda. Aree che oggi presentano, rispetto al centro urbano, maggiori problematiche legate all’abbandono e all’isolamento e sono gravate da problemi di accessibilità e di frammentazione amministrativa e produttiva.

La “velocità” di una città è funzione del proprio sistema di trasporto, che deve essere sviluppato e potenziato in relazione ai servizi di TPL esistenti. Rafforzare i servizi, agendo anche mediante limitati interventi infrastrutturali atti alla valorizzazione e velocizzazione delle linee di forza del trasporto pubblico su gomma è un’azione strategica, a basso costo per le casse dell’Amministrazione. Il potenziamento dei servizi automobilistici deve essere concentrato in quelle direttrici che caratterizzano il quadrilatero della città e deve interessare quei collegamenti di interconnessione con il sistema della rete metropolitana e di forza.

Sarebbe interessante valutare nuovi servizi di trasporto rapido di massa, sulle linee di forza ad alto livello di afflusso, attraverso sistemi del tipo people mover e/o monorotaia. Le tre linee metropolitane esistenti sono state realizzate con l’intenzione di collegare quartieri esterni della città con il nucleo urbano di Roma, tralasciando però la connessione con i territori “a contorno” e nella “prima corona” ed i collegamenti tra di esse, con il risultato evidente a tutti i cittadini romani.

Risulta necessario quindi l’aumento dell’offerta di collegamenti veloci sfruttando l’opportunità di nuovi sistemi di trasporto, prestando particolare attenzione alle relazioni attinenti al target di domanda turistica. Per fare ciò è necessario integrare il sistema di trasporto di ambito urbano (gomma, tram, filobus e metro) con il trasporto ferroviario al fine di creare un sistema di interconnessione nodale funzionale, a supporto dell’accessibilità alle linee metropolitane. 

Occorre mettere in relazione tre poli strategici della città attraverso un collegamento veloce lungo la direttrice “Aeroporto Fiumicino – Area Commerciale – Nuova Fiera di Roma – EUR”, consentendo nello stesso modo lo sviluppo della Nuova Fiera di Roma e collegarla al polo Congressuale dell’EUR.

La più grande scommessa è connettere il centro di Roma con le aree più periferiche, sviluppando infrastrutture “intelligenti” attraverso un alto livello di tecnologia high-tech, IoT e sistemi di trasporto veloci, incentivando l’utilizzo di applicazioni per integrare le diverse forme di trasporto. Questo è possibile garantendo un sistema che preveda infomobilità diffusa ed ICT su tutta la rete trasportistica della città, pubblica e privata.

Le nuove logiche di mobilità si devono basare su effettive considerazioni di razionalizzazione dei percorsi di penetrazione dei servizi extraurbani in ambito urbano (centro storico e mure aureliane): facilitare gli spostamenti degli utenti del trasporto pubblico (stimati da ATAC in un miliardo di passeggeri/anno), valorizzazione il sistema dei parcheggi scambiatori al di fuori del centro urbano, agevolare l’utilizzo della modalità di trasporto collettivo per i percorsi prettamente urbani.

Roma non merita lo stato in cui versa. Roma ritengo che sia la tela su cui poter realizzare un dipinto, un’immagine inedita del sistema dei trasporti, di cui vantarsi ed esserne fieri nel mondo.

Emerge da tempo la necessità di “prevedere” un modello della mobilità di Roma Capitale che fornisca indirizzi per un servizio pubblico capace di cogliere la complessità e l’articolazione dei diversi fenomeni nella città. Per cui occorre definire forme di trasporto pubblico complementari a quelle tradizionali e improntate sulla logica della flessibilità nella scelta dei percorsi, nella sequenza delle fermate, nei tempi (orari e frequenze), nella dimensione della domanda di mobilità. L’integrazione del “sistema taxi” con il TPL tradizionale è la chiave di volta del nuovo sistema trasporti a Roma, finalizzato al soddisfacimento dei servizi complementari dedicati ad un’utenza variegata.

Lo “sprawl urbano”, dovuto al fenomeno della “città diffusa”, ha prodotto una evoluzione esponenziale di traffico e congestione in ambito locale e metropolitano, senza raggiungere alcun obiettivo di performance. Gli obiettivi di una visione di lungo periodo orientati alla trasformazione del sistema stradale da un sistema “romano-centrico” ad un sistema a “maglia larga” sono stati grandemente disattesi.

È negli occhi di ognuno, nel comune sentire, come oramai sia irrimandabile una profonda e complessa azione di ridefinizione reputazionale della nostra Capitale. Roma non deve più essere percepita come la città in cui non funziona il sistema del TPL, bruciano gli autobus, gli ascensori si bloccano, le scale mobili cedono con il peso degli utenti, le linee metropolitane si fermano in continuazione ed i filobus rimangono parcheggiati all’interno dei depositi del gestore dei servizi.

Roma necessita di un cambiamento epocale del modello di mobilità. Il DDL su Roma Capitale è un’occasione imperdibile, per iniziare un percorso, a legge approvata, di programmazione che sia degna di una capitale europea e mondiale.

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Marco Foti
Marco Foti
Marco Carmine Foti Dirigente Nazionale Dipartimento Trasporti Fratelli d’Italia

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