Con la scusa della lotta all’evasione fiscale, le due sinistre (Pd e 5 Stelle) tornano a fare quello che era stato solo momentaneamente interrotto: tartassare le fasce più deboli e favorire i potenti! La giustificazione è quella di “Potenziare la lotta all’evasione fiscale agevolando, estendendo e potenziando i pagamenti elettronici obbligatori e riducendo drasticamente i costi di transazione” come leggiamo nel programma del governo giallorosso.
Del resto sono tornati i giacobini al governo e subito è ripartito l’attacco al contante, mentre i grillini, dal canto loro, si svelano sempre più estremisti di sinistra, compiacenti all’idea di limitare la libertà dei cittadini.
Lo ha dichiarato senza troppi giri di parole il governatore Pd della Puglia Emiliano, che da Floris dichiara che in questa maniera lo Sato può controllare meglio come spendiamo i nostri soldi! Gli fa eco la Boldrini, che perentoria afferma “dobbiamo sapere chi spende e in che cosa!” rivelando senza filtri il vero progetto sovietico che si cela dietro la lotta al denaro contante: quello di controllare la vita di ogni cittadino.
Del resto per sua maestà Bankitalia i versamenti cash favoriscono corruzione ed evasione, dichiarazioni abbastanza prevedibili, visto che le banche festeggiano per le laute commissioni che incasseranno, mentre le abitudini degli italiani verranno scansionate in tempo reale: lo Stato e le banche sapranno in ogni momento cosa compriamo, quando compriamo, quanto spendiamo e dove spendiamo. Mentre il problema centrale rimarrà invariato: l’evasione fiscale infatti, che ammonta a circa 120 miliardi di euro l’anno, non deriva da operazioni di piccoli commercianti o artigiani che cercano soltanto di sopravvivere in un Paese a crescita zero da circa vent’anni, bensì dalle grandi evasioni milionarie delle multinazionali, che con operazioni apparentemente regolari sottraggono al fisco decine di milioni di euro ogni anno.
Ma un governo estremista come quello Pd-5Stelle, vicino agli interessi dei grandi poteri economici, cerca di prendersela sempre coi più deboli.
Ma la questione è antica: ha iniziato Romano Prodi nel 2007, abbassando il tetto del contante a 5.000€. Successivamente Berlusconi alzò il limite. Poi Mario Monti, che ridusse il limite di utilizzo del contante a 1000 euro per tutte le transazioni, innalzato poi da Matteo Renzi a 3.000 euro.
Ora i 5Stelle, accompagnati ad un Pd che vede nelle partite Iva l’osso da spolpare (anche se ormai di ciccia ne è rimasta ben poca), ripartono all’attacco.
Le proposte che circolano in questi giorni sono due: quella di Confindustria (che ormai rappresenta solo grandi gruppi di potere economico e non le imprese) e quella del governo.
Confindustria propone una tassa del 2 per cento su tutti i prelievi di ammontare superiore a 1.500 euro mensili, mentre il governo giallo-rosso una non ancora precisata tassazione per chi paga beni e servizi in contanti invece che con strumenti elettronici.
Negli ultimi giorni il M5S ha preso di mira gli albergatori, ma ben presto se la prenderà anche con commercianti, professionisti, artigiani e benzinai.
Se si abolisse il contante (che è quello a cui Pd e 5Stelle vogliono arrivare) si finirebbe per limitare la libertà dell’individuo. L’agenzia delle entrate, grazie alle misure adottate dal Pd nella passata Legislatura, può già adesso pignorare i conti correnti di ciascuno senza passare più dal giudice.
E la memoria corre ai fatti di Cipro :7 anni fa le banche chiusero. Non fu possibile effettuare transazioni, chi non aveva contante non poteva neppure fare benzina.