L’Abruzzo ha dato il suo responso: ha vinto il centrodestra, seguito dal centrosinistra al 31,5% – non male – ma la vera notizia è che il Movimento 5stelle ha dimezzato il suo consenso rispetto alle politiche, il che vuol dire che forse gli italiani non sono così “storditi” come sembrava, e stanno prendendo le distanze da un Movimento che a tutto può servire meno che a governare una Nazione moderna.
Presidente della Regione Abruzzo sarà Marco Marsilio, romano, classe 1968, di famiglia abruzzese residente a Tocco da Causaria. Cresciuto nella comunità della destra romana in quella sezione storica che la Raggi si è affrettata a chiudere dopo 40 anni di attività, Colle Oppio, Marco Marsilio fa politica fin da quando è un ragazzino, e già alla fine degli anni novanta è vicepresidente di Azione Giovani, il movimento giovanile di Alleanza Nazionale, quindi per tre mandati, dal 1997 al 2008, è in Campidoglio come consigliere comunale. Alle elezioni politiche del 2008 diventa deputato del Popolo delle Libertà. Durante l’attività parlamentare, è primo firmatario della proposta di legge per l’introduzione delle primarie nella selezione dei candidati alle elezioni. Nel corso della legislatura si è occupato anche dei seguenti temi: l’obbligo di inserire le impronte digitali nella carta d’identità elettronica per garantire maggiore sicurezza ai cittadini; l’inserimento nel piano energetico nazionale della ricerca e dello sviluppo nel campo del nucleare pulito da fusione; l’indennizzo agli italiani rimpatriati dalla Libia; la tutela del servizio taxi dalle proposte di liberalizzazione; misure di sostegno al trasporto pubblico locale; le risorse per alimentare il Fondo per le case alle giovani coppie istituito dal ministro Giorgia Meloni.
Il 21 dicembre 2012 è tra i fondatori di Fratelli d’Italia del quale ricopre l’incarico di vice Tesoriere nazionale e Portavoce della costituente regionale del Lazio. Nelle ultime elezioni politiche, nel 2018, viene eletto senatore nelle fila di Fratelli d’Italia. Ma, nonostante il prestigioso incarico ottenuto dal popolo italiano, non esita a mettersi in gioco per il governo della regione Abruzzo, un territorio che ha da sempre nel cuore. E ora l’Abruzzo lo ripaga con oltre il 48% dei voti, ottenuti dalla compagine di centrodestra tornata unita per l’occasione. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega si sono mostrati coesi e chiari in Abruzzo, e il successo è stato puntuale.
Sconfitta sonora, invece, per il Movimento di Beppe Grillo, che dimezza i voti ottenuti nelle politiche 2018 passando da oltre il 40% a circa il 18% di questa consultazione. Sara Marcozzi, candidata grillina di queste elezioni cerca di minimizzare la sconfitta, chiamando in causa i risultati delle elezioni regionali di 5 anni fa, quando i 5stelle erano più o meno agli stessi valori di oggi, e sostenendo quindi che nulla è accaduto ma che anzi il Movimento ha dimostrato di avere un elettorato stabile. Ovviamente, non è proprio così. I tempi sono cambiati, meno di un anno fa il popolo italiano aveva sentenziato che il Movimento 5 stelle fosse il primo partito del paese. Ora, a voler giudicare dai risultati, sembra proprio che buona parte dei successi dei 5stelle nelle ultime elezioni siano stati i frutti di un voto di protesta, più che di sostanza, e che la gente sia tornata a ragionare. Speriamo, sarebbe già un grande passo avanti.
Una nota a margine è il successo di Fratelli d’Italia e soprattutto quello personale di Giorgia Meloni che ha fortemente voluto Marsilio come candidato, riuscendo anche a ricostruire una sorta di identità condivisa con degli “alleati” che ultimamente avevano preso parecchio le distanze tra loro. Ci rifletta, Salvini. Oggi un centrodestra unito significherebbe potersi scrollare di dosso il malevolo abbraccio dei grillini e poter dare alla nazione non solo un governo stabile, ma che condivide anche le idee e che abbia capacità e personalità per ricoprire l’alto incarico a cui è chiamato.