“La notizia di un pensionato di 92 anni aggredito, morso e ferito gravemente da un cinghiale, con la conseguente amputazione di un braccio e di una gamba, a San Giovanni del Dosso, è di una gravità inaudita. Ancor più grave è che il tutto si sia consumato nei pressi della sua abitazione. Il dilagare dei cinghiali anche nelle città è il grave risultato di anni e anni di politica del no nel nome dell’animalismo ideologico, che ci hanno scaraventato in uno scenario totalmente fuori controllo, dove non vi è cognizione della distribuzione e della presenza di questi animali. Posto che i prelievi sono la soluzione principale per contenere il fenomeno, è opportuno che i settori veterinari controllino tutti gli aspetti di questa espansione della fauna selvatica. Non è infatti usuale il comportamento assunto dai cinghiali, dall’abbandono dei loro ambienti tipici, all’aggressione estemporanea di persone nei pressi di piccoli centri abitati. Ribadisco che il prelievo è l’unica modalità utile di contenimento, ma è evidente che occorra indagare sulle ragioni dietro il cambiamento delle abitudini di questi animali. E’ ormai evidente che senza una prospettiva olistica il fenomeno non possa essere arginato. Adesso è il momento di archiviare la politica del no a tutti i costi e dell’animalismo da salotto, che ha prodotto i danni con i quali ci stiamo confrontando quotidianamente. La mia massima vicinanza alla vittima dell’aggressione ed alla sua famiglia”.
Lo dichiara in una nota l’On. Maria Cristina Caretta di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Commissione agricoltura a Montecitorio.