Nella giornata di oggi -28 gennaio- ha inizio la seconda edizione della conferenza MEGA, che quest’anno ha come luogo di ritrovo il Palazzo del Parlamento europeo a Bruxelles.
Una location dal profondo valore simbolico, dal momento che la città belga rappresenta anche e soprattutto il centro della cultura europea. Quella cultura che ha permesso negli anni di far sì che l’Europa si affermasse quale primo continente nel mondo e culla della civiltà. Quella cultura alla cui base ci sono i principi della civiltà greca, della civiltà romana e della comunità giudaico-cristiana.
È esattamente attorno a questi valori che si innesta il dibattito della conferenza in Belgio. Perché è proprio da tali valori tradizionali che occorre ripartire per riconsegnare all’Europa il posto e la dignità che le spetta. Una dignità che la cancel e la woke culture hanno distrutto in ogni modo possibile.
Ecco perché vanno prima di tutto rotti quegli schemi che oramai da diversi anni la sinistra progressista ha deciso di imporre, dando vita ad una realtà del tutto discordante. Perché è evidente che in questi ultimi tempi se da un lato l’Europa ha voluto combattere per la libertà di espressione, dall’altro sembra aver messo a tacere chiunque non la pensasse nello stesso modo imposto dal mainstream. Se da un lato ha aperto le porte a chiunque, ha invece chiuso la possibilità alle famiglie di mettere al mondo figli, facendo sì che ci siano “imbarcazioni piene e culle vuote”, come dichiarato da Marion Maréchal durante il discorso di apertura di oggi.
È quindi giunto il momento di invertire la rotta, realizzando finalmente un progetto conservatore a livello europeo, fatto di Stati indipendenti l’uno dall’altro, dotati di una propria sovranità, ma che collaborano e cooperano per realizzare il miglior mondo possibile. Senza imporre ideologie, ma lavorando affinché ognuno torni veramente ad essere libero e indipendente in una realtà più prospera e giusta per tutti.
L’Europa deve comprendere -ora più che mai- che lo scenario globale è totalmente cambiato, e se non si farà qualcosa presto, finirà schiacciata. E non solo come realtà meramente politica, ma anche e soprattutto come realtà storica e culturale.
Ed è esattamente per questo motivo che occorre aprire gli occhi e cambiare paradigma, imponendo una virata totale che possa-davvero-far tornare l’Europa ad essere grande come lo è stata in passato.