Albania, pronta nuova spedizione delle Ong: i no-border contro i rimpatri del governo

I centri in Albania sono tornati operativi. Nelle scorse ore sono sbarcati 49 migranti che avevano varcato i nostri confini illegalmente e sono stati trasportati a Shengijn e a Gjader. Alcuni di questi non hanno passato i controlli e dovranno tornare in Italia: si tratta di quattro presunti minori e un adulto dichiarato non adatto alla detenzione nei centri per motivi di salute. Gli altri 44 pare che rispettino i requisiti e dunque resteranno in Albania per avviare le procedure di rimpatrio accelerate così come previste dai decreti del governo. Sempre se i giudici italiani accetteranno il loro trattenimento e non disporranno la loro liberazione con annesso rientro in Italia.

Dalle opposizioni, diversi si sono lamentati perché la scelta del governo non sarebbe in linea col diritto, poiché si è ancora in attesa della decisione della Corte di Giustizia dell’Unione europea sulla questione dei Paesi sicuri sorta dal rinvio di alcuni giudici italiani. “Il Governo sta nuovamente sperimentando il modello albanese con fini puramente propagandistici da un lato, e innalzando lo scontro con la magistratura dall’altro, senza attendere la pronuncia della Corte di Giustizia europea per proseguire le operazioni” fa sapere la galassia no-border che si è subito mobilitata, anche fisicamente, per protestare contro i centri in Albania. Ovviamente, però, non viene neppure considerata la sentenza della Corte di Cassazione con cui viene rimessa nelle mani del governo la facoltà di decidere i Paesi sicuri, e non in quelle dei giudici, che possono evitare la lista soltanto nel caso specifico e con comprovate motivazioni.

La galassia no-border protesta, gli scafisti ringraziano

Torniamo all’Albania. La notizia della prossima spedizione l’ha lanciata l’esperto Fausto Biloslavo sul Giornale questa mattina: “Le Ong si mobilitano contro l’Italia. I talebani dell’accoglienza vogliono fermare i rimpatri”. Sarebbe pronta, infatti, una nuova spedizione di persone e associazioni alla volta dell’Albania, capitanati dall’onorevole Rachele Scarpa del Partito Democratico: “Torno in Albania per la terza volta e come me ci saranno anche rappresentanti del Tavolo Asilo e Immigrazione, giornalisti e esponenti politici di altri partiti” ha detto la dem. Secondo le associazioni, “il trasferimento coatto verso l’Albania rappresenta un grave attacco ai principi fondamentali del diritto e della democrazia. Questo approccio non solo mette a rischio la tutela giuridica e la dignità di chi è costretto a subire queste scelte, ma rappresenta anche un pericoloso precedente”. Quindi l’impegno solenne: “Metteremo in campo ogni sforzo necessario per opporci a questa prova di forza ingiustificata e inaccettabile, per fare in modo che non vengano più trasferite persone in Albania e che i centri di trattenimento vengano definitivamente chiusi”.

A questa “visita”, pare parteciperanno le più importanti associazioni del campo no-border e ultra-progressista: Amnesty International, Arci, Asgi (i giudici pro-migranti che pubblicarono il vademecum per i colleghi con tutti gli escamotage per non applicare i decreti del governo). E ancora altre associazioni, alcune legate al mondo cattolico, altre alle galassie dei pro-Pal. Così facendo, le Ong tentano di nuovo di organizzare una nuova offensiva contro il governo e contro questa sua, a quanto pare, malsana idea di far rispettare le leggi. In tutto il mondo, chi varca illegalmente i confini di uno Stato viene espulso. In Italia i no-border vogliono che accada il contrario, facendo così il gioco dei trafficanti che lucrano sulle speranze degli immigrati e che approfittano di lacune e debolezze. Per fortuna, con il Governo Meloni lo Stato torna forte.

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