Albania, Rampelli (VpC-FdI): mi aspetto collaborazione da parte della sinistra

La Germania ha già sperimentato un accordo simile con la Turchia riuscendo a far dare dall’Ue miliardi di euro ad Ankara per bloccare la rotta balcanica che portava i flussi a Berlino

“Sull’accordo Italia-Albania la sinistra non ha dato grande prova di sé. Tutti quanti sappiamo che la piaga di questa immigrazione irregolare e compulsiva va affrontata con serietà e determinazione. Una delle personalità che l’ha più capito è stato l’ex ministro Minniti che emanò le misure più rigide e restrittive che ci siano mai state in Italia e in Europa fino a oggi. Mi aspettavo un atteggiamento diverso da parte dell’opposizione nel valutare gli aiuti che arrivano da uno Stato governato peraltro da una coalizione di centrosinistra”.

È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervistato da Radio Radicale.

“Non so se – ha aggiunto Rampelli – l’argomento del mancato passaggio parlamentare (peraltro non necessario trattandosi di un protocollo d’intesa) possa inficiare un’operazione di politica estera importante che si aggiunge alle missioni del presidente Meloni in Africa.
Io – da un uomo della strada – antepongo i risultati alle procedure. A me non interessa troppo la discussione sul metodo. Una soluzione per coinvolgere il Parlamento si troverà. La Germania ha già sperimentato un accordo simile con la Turchia riuscendo a far dare dall’Ue miliardi di euro ad Ankara per bloccare la rotta balcanica che portava i flussi a Berlino. Siccome un precedente c’è, sarebbe strano che l’Europa mettesse in discussione questa iniziativa”.
“A noi interessa – ha specificato – tendere la mano alle nazioni africane. È la strada del Piano Mattei. Le elezioni europee saranno importanti perché abbiamo bisogno della collaborazione dell’Ue. La centralità del rapporto con l’Africa la rivendichiamo da decenni, da destra. Parlavamo di cooperazione allo sviluppo perché lì sono collocati i nostri interessi strategici in modo da evitare anche che aumenti il potere di nazioni che – a decine di migliaia di chilometri di distanza – saccheggiano quel Continente e instaurano un nuovo colonialismo che genera povertà destinata a riversarsi sulle coste italiane”.
“Noi dobbiamo evitare che il globalismo distrugga l’Africa – ha concluso Rampelli – il tema della cooperazione era caro alla sinistra e al circuito delle Ong sane, quelle che non si sono piegate ai trafficanti di esseri umani. Strano che la sinistra voglia recidere i legami con questo mondo lasciando a noi praterie per interpretare al meglio la nostra visione del Mediterraneo”.

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