Aveva appena 32 anni Silvya Galva quando il suo petto è stato trafitto da una lancia nel condominio Hallandale Beach, nel luglio scorso. Il tutto è avvenuto durante una discussione tra Silvya e suo marito, Adam Crespo, 43 anni, in seguito arrestato con l’accusa di omicidio di secondo grado.
Ora gli inquirenti puntano a chiudere le indagini grazie all’audio registrato proveniente da due dispositivi Amazon Echo che la coppia aveva in casa, e di cui sono venuti in possesso. I dispositivi, con un po’ di fortuna, dovrebbe aver catturato proprio gli ultimi momenti di vita della giovane sposa.
Così, proprio in questi giorni, esperti della scientifica stanno esaminando più registrazioni ricevute da Amazon a seguito del mandato di ricerca. Sia le autorità che Amazon non riveleranno ciò che è contenuto nelle registrazioni e che non dovesse avere nessuna pertinenza con il delitto, questo per non ledere nessun diritto alla privacy. Intanto, si sa dal primo rapporto della polizia sui fatti, che Silvya Galva e suo marito avevano litigato nella loro camera da letto prima dell’incidente fatale. Crespo avrebbe dichiarato alla polizia di aver afferrato sua moglie per le caviglie e di aver provato a tirarla giù dal letto. Per resistergli, la moglie avrebbe agguantato una lancia che decorava una parete della stanza, ma questa mossa le sarebbe stata fatale. I fermi al muro dell’arma non avrebbero retto e la donna si sarebbe praticamente trafitta da sola. Adam Crespo avrebbe poi estratto la lancia dal petto della moglie sperando così di aiutarla . Almeno, secondo la versione dell’unico testimone presente, appunto l’accusato. Ma forse non è proprio così perché in realtà sul luogo del delitto era presente anche Alexa, il dispositivo di Amazon, che potrebbe aver registrato tutto e quindi chiarire le cose senza ombra di dubbio.
Subito dopo ‘l’incidente’ Crespo avrebbe urlato a una vicina di chiamare il 911. Nel frattempo ha eseguito la RCP su Silvya ma la donna è morta poco dopo. Nel mandato dove gli inquirenti richiedono copia delle registrazioni ad Amazon, c’è scritto: “Si ritiene che l’evidenza di crimini – registrazioni audio che catturano l’attacco alla vittima Silvia Crespo … e tutti gli eventi che hanno preceduto o seguito l’attacco – possano essere trovati sui server gestiti da o per Amazon.com per tutte le registrazioni effettuate dai summenzionati altoparlanti intelligenti Echo “. Nel mandato c’è anche scritto che i detective sono a conoscenza del fatto che ‘Amazon.com conserva i dati degli utenti, inclusi abbonati, e contenuti delle comunicazioni fino a quando l’account non viene sia chiuso che cancellato’. Di contro, Amazon ha affermato di non registrare la conversazione o di archiviare l’audio sul suo cloud a meno che i dispositivi non ascoltino la loro parola d’ordine, ad esempio Alexa o Echo. La società ha inoltre riconosciuto che gli utenti possono essere in grado di eliminare qualsiasi registrazione effettuata sui propri dispositivi.
E si ritorna così all’annosa questione tra questi supporti tecnologici e la privacy degli utenti. Un problema che affligge Amazon ormai da tempo. La società ha confermato all’inizio di quest’anno che la sua assistente vocale Alexa a volte può memorizzare dati indefinitamente, anche dopo che l’audio è stato eliminato. L’ammissione è arrivata durante un’inchiesta del Senato degli Stati Uniti quando è stato chiesto al progettista e al costruttore del dispositivo di spiegare cosa succede ai record vocali e ai dati raccolti da Alexa.
Amazon ha confermato i risultati di un’indagine CNET, rivelando che si possono memorizzare le registrazioni vocali fino a quando gli utenti non scelgono di cancellarle manualmente dai loro dispositivi dotati di di altoparlanti intelligenti. Ciò significa che i dispositivi non eliminano le registrazioni effettuate nemmeno se è inserita un’ impostazione predefinita che lo ordina. La questione se e perché Amazon conservi le trascrizioni corrispondenti, tuttavia, non è stata ancora chiaramente risolta.
Si attende ora di sapere quale sarà la prossima udienza del processo a carico di Adam Crespo che, intanto è fuori dopo aver pagato una cauzione di 65mila dollari.