Allarme razzismo? Andiamoci piano…

Allarme razzismo in Italia? Andiamoci piano, ma non facciamo nemmeno come lo struzzo che nasconde la testa sotto alla sabbia.

Che il clima nella nostra Nazione sia cambiato nei confronti degli stranieri, soprattutto se immigrati, di colore e magari pure islamici, non si può negare, che invece si debba gridare all’allarme per un Paese da sempre accogliente che improvvisamente si scopre razzista, è tutto un altro discorso. Un discorso che, ahimè, fa comodo a molti. Così ecco che, a forza di denunciare il razzismo e fare le aperture di telegiornale con ogni sciocchezza che coinvolga un immigrato, qualcuno può davvero crederci che gli italiani si siano tutti trasformati in crudeli adepti del Klu Klux Klan assetati di sangue, mentre magari alcuni fatti avvengono per uno spirito di emulazione che col razzismo ha poco o nulla a che fare, ma che è spesso un modo per scatenare i più biechi istinti di chi magari è solo un frustrato in cerca di facili alibi.

Un po’ come accadeva nel periodo in cui andava di gran moda il lancio dei sassi dai cavalcavia. Dopo il primo morto, i primi allarmi urlati su tutti i media, le tavole rotonde, i sociologi e quant’altro, invece di creare un deterrente tutti si dovettero rendere conto di alimentare il fenomeno. Finire in cronaca, essere al centro dell’interesse generale, quel gran parlare di ragazzi troppo annoiati per non cercare qualcosa di folle che scateni adrenalina, avevano creato un “effetto emulazione” che rischiava di non poter essere circoscritto e soffocato. Così, si abbassarono i toni, si diede meno risalto alle notizie, e dopo poco quella tragica e delinquenziale moda si esaurì. Certo, ogni tanto capita ancora perché il pazzo di turno non manca mai, ma  l’allarme è cessato.

Adesso, però, col problema razzismo le cose stanno diversamente. Sì, perché a differenza dei sassi lanciati dai cavalcavia che tutti aborrivano, qui esiste una corrente di pensiero nemmeno troppo nascosta che ha tutto l’interesse di creare il fenomeno razzismo generalizzato così da poterlo combattere per riguadagnare quelle rendite di posizione smarrite dopo l’insensata invasione a cui è stata sottoposta l’Italia negli ultimi anni.

Ed ecco che l’ordine di scuderia della sinistra e di tutto quel mondo a mezzo tra “radical chic” e “politicamente corretto” è dare il maggior risalto a ogni notizia per quanto minima o ridicola che vede un migrante coinvolto come vittima. Allo stesso tempo, cercare di mettere il bavaglio a tutte quelle notizie, anche quando molto gravi, che vedono i migranti come carnefici.  Capofila di questo pensiero, spiace dirlo, due uomini illustri: Mattarella, sulla riva “laica” dello Stato, e Bergoglio  al di là del Tevere, sotto al Cupolone. Sia l’uno che l’altro negli ultimi tempi sono diventati addirittura monocorde: ripetono come un mantra che bisogna accogliere, essere solidali, non ribellarsi a queste ondate di migrazioni che saranno sempre più cospicue – soprattutto finché ci saranno quelli come loro che le appoggiano, le proteggono e incoraggiano – sottolineando alcuni sgradevoli accadimenti e ignorandone completamente degli altri.

Soffia oggi sul fuoco, e soffiaci domani, ecco che magari nella stessa giornata succedono un paio di fatti analoghi, e bastano un paio di uova lanciate per uno scherzo idiota, che subito si grida al razzismo, al fascismo – che per altro non risulta fosse razzista più di quanto in quegli anni non lo fossero inglesi o americani -, al nazismo, addirittura sbandierando la possibilità che si torni alle “leggi razziali”, come se mai fosse possibile. Il tutto giocando sulla pace e la tranquillità di un popolo che dovrebbe avere la possibilità di concentrarsi sulla propria crescita, su una definitiva pacificazione a 70 e più anni dalla fine della guerra, a un rilancio economico ormai divenuto essenziale. E invece no. Deve essere lotta dura. Si deve creare la contrapposizione violenta, lo scontro fisico, così da poter starnazzare su come sia peggiorata la situazione da quando un governo di nominati è stato sostituito da un governo di eletti, che potrebbero anche essere degli incapaci  – cosa tutta da verificare – ma dalla loro hanno quel dettaglio che si chiama democrazia. Troppe volte dimenticata quando non fa comodo.

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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