A Emiliano forse piace cacciarsi nei guai con l’opinione pubblica. Altrimenti non si spiega la frequenza con cui il governatore si ritrova sui giornali in casi tra i più svariati: dall’affidamento del sindaco di Bari ai boss locali alle telefonate che avvisano degli arresti ore prima che avvengano, dai casi di compravendita di voti dei suoi assessori fino al caso (che perdura già da 9 anni) della compagna assunta come sua portavoce. L’ultimo caso ora riportato dal Corriere del Mezzogiorno non aiuta il governatore, anzi corrobora quelle ipotesi di favoritismi in cui si è ritrovato ingabbiato. Alla Regione, infatti, sembra che nessuno sapesse che la Emiliano srl, società gestita dai due fratelli del dem, Alessandro e Simonetta, avesse ottenuto l’incarico di arredare l’area relax e la biblioteca del Consiglio regionale. Nessuno sembra saperlo, ma la delibera è lì, carta canta: 41mila euro in favore di Emiliano Srl “per l’affidamento del servizio di fornitura di arredi, con posa in opera, da impiegare per l’allestimento degli spazi della sede del Consiglio Regionale della Puglia”.
Emiliano non aveva informazioni
Anche lo stesso Emiliano se ne lava le mani e dice di aver appreso la notizia dall’articolo del Corriere del Mezzogiorno: “Non aveva informazioni dirette – hanno fatto sapere dalla presidenza – anche perché l’appalto in questione non passa assolutamente dal livello politico, ma è una procedura dirigenziale del Consiglio regionale”. Strano, però, che Emiliano non avesse ricevuto la notizia neppure in via informale dai fratelli. Ma gli lasciamo il beneficio del dubbio: “A questo – hanno detto i suoi – si aggiunga che il presidente non ha nessuna partecipazione nell’azienda dei suoi fratelli”. Dalla Regione fanno comunque sapere che la vicenda non ha profili di illegittimità, ma non ci volevano esperti per chiarirlo: se non c’è stato favoreggiamento, non c’è nulla di illecito, ma era veramente opportuno consentire ai familiari del governatore di ricevere fondi regionali?
Ennesimo grattacapo
Fonti vicine ad Emiliano parlano di un dem irritato dalla notizia, e non potrebbe essere altrimenti. Anche perché, se sommata con la recente polemica della compagna portavoce – anche lì, nulla di illegittimo, ma certamente poteva essere valutata meglio l’opportunità della nomina – quest’ultima vicenda non servirà certo a ripulire l’immagine del governatore. Anche dal Pd ci raccontano di un Emiliano lontano dall’accaduto, che la responsabilità di affidare gli appalti non è di stretta competenza del governatore. Ma si aggiunga pure che la Emiliano srl non ha richiesto neppure un prezzo al ribasso: “Il soggetto Emiliano srl – si legge nella delibera – ha elaborato la propria migliore offerta, pari ad un ribasso in percentuale del 1%, da applicare all’importo totale della prestazione da espletare, non considerando soggetti a ribasso il costo della manodopera ed i costi della sicurezza”. Incalzano gli esponenti locali di Fratelli d’Italia: “È una vicenda quasi surreale – ha detto Tommaso Scatigna, consigliere regionale per Fratelli d’Italia – perché evidenzia il livello di onnipotenza raggiunto da Emiliano. Le regole basilari di rispetto dell’opportunità vengono meno. Chiediamo che chiarisca”. Sappiamo però che Emiliano è uno duro a morire e mentre Giovanni Tito, in Liguria, al primo colpo è stato costretto alle dimissioni, il pugliese è riuscito a superare già diversi grattacapi. Queste ennesime accuse di favoritismo, dunque, riuscirà a superarle sicuramente con poche difficoltà.