Altro che Truman Show: il Movimento Cinque Stelle purtroppo è esistito eccome…

L’inno alla gioia di Beethoven in sottofondo e un carro funebre che cammina nel giardino di casa. “Sono ottimista” diceva Giuseppe Grillo, mitico fondatore del Movimento Cinque Stelle e garante (non più) dei sacri valori (quali?) del partito sul quale, come in un classico girone infernale dantesco, si è ripercossa la legge del contrappasso: i “Vaffa” non è più il comico a lanciarli, ma i seguaci del Movimento verso di lui. Allora arriva la nuova idea mediaticamente riuscita: la faccia dell’ex garante si frappone a quella di Truman Burbank, Jim Carrey nel film The Truman Show: lo sfondo blu, la scalinata e la porta d’uscita: è stata tutta una finzione. “Casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte”. Purtroppo, però, il Movimento Cinque Stelle non è stato solo un brutto sogno: gli ex grillini, ritrovatisi al governo della Nazione in un momento tra i più complicati della storia recente della Repubblica italiana, la pandemia. Tra Superbonus, monopattini, banchi a rotelle, Reddito di cittadinanza (tutto ciò è avvenuto soltanto in pochi mesi di governo) gli italiani ricorderanno bene lo straordinario contributo del Movimento nella distruzione dell’erario pubblico. Una potenza talmente distruttiva da farsi auto-distruttiva: si stanno affossando con le loro stesse mani.

La battaglia sul simbolo

Alla vigilia del congresso che avrebbe spaccato definitivamente il partito tra grillini e contiani, il presagio di Davide Casaleggio forse si è avverato: dei due, non ne resterà nessuno. Perché se Grillo è stato fatto fuori dal suo stesso popolo, Giuseppe Conte rischia di perdere il simbolo a cinque stelle che attira quei pochi elettori rimasti. Danilo Toninelli, l’ex ministro del Governo Conte e ora schierato apertamente dalla parte del fondatore, si dice più impegnato a cercare funghi che a votare nell’assemblea del Movimento. Recrimina la scelta di abolizione del vincolo dei due mandati. È infuriato. “Beppe non si darà per vinto. Dispiace che Conte e i suoi cerchino di ballare sul cadavere di un leone, è un ballo, un’esultanza dei perdenti. Grillo impugnerà il simbolo e Conte si dovrà obbligatoriamente fare il suo partito”. Dunque i grillini sono sicuri che il simbolo appartiene al comico: “Io sono molto felice – ha aggiunto Toninelli – perché noi gente innamorata della politica generosa fatta di due mandati soffriamo. Ma questa sofferenza ci sta dando una speranza che domani, o magari non proprio domani, ma dopodomani, nasca qualcosa di nuovo. Ho sentito in questi giorni tantissime persone e vedo un’insofferenza che è buona perché porterà qualcosa. Aspettiamo che Beppe dia avvio all’azione del reimpossessamento del simbolo, che è al 100% di sua proprietà”. Sono sicuri, dunque, che Grillo giocherà le carte che gli sono rimaste per affossare l’ex premier: in primo luogo, la questione del simbolo, legata all’associazione Movimento Cinque Stelle, tra mille cavilli giudiziari. La seconda arma è continuare nella battaglia mediatica iniziata già da tempo contro Conte. In ogni caso, resta il mistero della grafica del Truman Show. Per i grillini si tratta di una metafora su come Grillo stia uscendo dall’inganno che ha vissuto fino a oggi, da quando gli stessi fedelissimi che gli proposero Conte come nuovo leader del Movimento e che ora gli hanno voltato le spalle preferendogli proprio l’avvocato di Volturara Appula. Ma, come detto, altro che sogno: il Movimento Cinque Stelle esiste, soprattutto è esistito e nessuno più ne sente la mancanza.

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