Condivido le considerazioni espresse dalla Presidente Ance Federica Brancaccio, in occasione dell’assemblea annuale che si è svolta oggi a Roma. In particolare ritengo che la qualificazione e la qualità delle imprese debba essere al centro delle politiche di sviluppo del settore nella transizione green, come nella riqualificazione urbanistica ed ambientale. Il settore edilizio è da sempre un traino dell’economia, e l’incremento del Pil negli ultimi anni ne è stata la conferma, anche se questo aspetto virtuoso non è coinciso purtroppo in questi anni con un coerente rispetto del denaro e del debito pubblico. Dopo le contraddizioni del superbonus, è ora auspicabile che le politiche nazionali ed europee vogliano perseguire la transizione energetica, peraltro prevista dalla direttiva europea, come la rigenerazione urbana e, più in generale, un’attenta politica della casa, seguendo un percorso che premi appunto la qualità, che rispetti gli investimenti pubblici, in un contesto che sappia però discernere tra debito buono (quello relativo agli investimenti ambientali e nell’innovazione ad esempio) e quello cosiddetto cattivo, perché connesso a perverse logiche di spesa pubblica incontrollata. In ambito europeo ritengo così che si debba agire per escludere gli investimenti virtuosi dal patto di stabilità, e magari si cominci a progettare un debito comune europeo per sostenere la transizione green”.
Così Andrea de Bertoldi, deputato di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Finanze, a margine dei lavori dell’assemblea annuale dei costruttori italiani.