L’Economist, nei giorni scorsi, ha pubblicato un articolo in cui si prevede l’esito negativo della Russia nel conflitto con l’Ucraina. A sorprendere, però, è che a firmarlo non è un nome qualsiasi, ma quello di Feng Yujun, professore alla Peking University e importante russologo in Cina. È la prima volta, infatti, che un membro dell’élite cinese propone una visione così pessimistica per Mosca riguardo l’evolversi della guerra tra Russia e Ucraina.
I quattro fattori che porteranno la Russia alla sconfitta
Il professore, dopo aver passato in rassegna i fattori principali che stanno influenzando il conflitto, è giunto alla dura sentenza: la Russia perderà la guerra e “col tempo sarà costretta a ritirarsi da tutti i territori ucraini occupati, compresa la Crimea”. In primo luogo, uno dei fattori fondamentali è il livello di resistenza del popolo ucraino, che “finora è stato straordinario”, accompagnato poi dal sostegno internazionale al governo guidato da Zelensky: sostegno che, “sebbene di recente sia stato inferiore alle aspettative del Paese, rimane ampio”. Gli altri due fattori riportati da Yujun riguardano il cattivo stato di avanzamento dell’industria della Russia, che “deve ancora riprendersi – ha spiegato il professore – dalla drammatica deindustrializzazione subita dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica”, e la pessima gestione delle informazioni da parte dell’intelligence russa: “Il presidente russo e la sua squadra di sicurezza nazionale – ha sostenuto Yujun – non hanno accesso a informazioni precise. Il sistema che gestiscono manca di un meccanismo efficiente per correggere gli errori”. Colpa, secondo Yujun, della lunga permanenza al Cremlino di Vladmir Putin.
Le previsioni su Russia e Ucraina
Questi sono i motivi per i quali la Russia perderà la guerra, nonostante, al momento, nessuno dei due eserciti goda “di un vantaggio schiacciante”. Nel lungo periodo, secondo il professore, si farà sentire l’isolamento internazionale al quale il regime di Putin è stato condannato. E, nonostante la recente rielezione a presidente con un consenso elevatissimo, l’ex funzionario del Kgb ha dovuto già far fronte a diversi problemi di politica interna, come le tensioni con i mercenari della Wagner, i conflitti etnici in alcune regioni della federazione o l’ultimo attacco terroristico a Mosca avvenuto per mano dei fondamentalisti islamici. Per Yujun, inoltre, il possesso di armi nucleari non sarà garanzia di vittoria per la Russia. “L’America, armata di nucleare, non si è forse ritirata dalla Corea, dal Vietnam e dall’Afghanistan?”, si è chiesto in modo retorico il professore. Il quale, al contempo, ha previsto un futuro nettamente migliore per l’Ucraina: nonostante l’esoso costo del conflitto, infatti, il governo di Kiev potrà ambire in un ingresso nell’Unione europea e nella Nato. “Una cosa però è chiara” per il professore: “Il conflitto è uno spartiacque post-guerra fredda che avrà un impatto globale profondo e duraturo”.