Sembra essere ancora tutto in sostanziale stallo in commissione Antimafia. Il centrodestra cercava un dialogo con le opposizioni in merito alla proposta di modifica del regolamento che ha istituito la commissione nel 2023, inserendo la clausola di astensione per incompatibilità. Una proposta di buon senso se si considera quanto delicati sono gli argomenti che la commissione si ritrova a trattare, anche attualmente. Dall’attentato a Paolo Borsellino alla ricerca della verità su cosa accadde quel 19 luglio del 1992, fino ai casi di dossieraggio che vede coinvolti l’ex pm Laudati e l’ex finanziere Striano nell’ambito della Direzione nazionale antimafia. Argomenti su cui la maggioranza desidera fare chiarezza e reputati troppo delicati per permettersi un possibile conflitto di interessi. Ma la sinistra, e specialmente i Cinque Stelle, vedono nella proposta un tentativo di escludere dai lavori dell’assemblea due suoi membri di spicco, gli ex magistrati Roberto Scarpinato e Federico Cafiero De Raho: il primo è stato beccato a parlare con l’ex giudice Natoli, accusato di favoreggiamento aggravato alla mafia, mentre discutevano su come il pentastellato avrebbe dovuto rispondere in commissione; De Raho invece era Procuratore nazionale antimafia quando sotto di lui operavano per spiare su vita, morte e miracoli di esponenti, specialmente, di centrodestra.
L’attacco di Conte
Il dialogo tra maggioranza e opposizione sembra però ancora un miraggio. Giuseppe Conte proprio non ci sta a vedere i suoi due “campioni dell’antimafia” “trattati” in questo modo. Parla di “scempio istituzionale” e di essere pronto ad andare “anche dal presidente della Repubblica che è il garante delle istituzioni”. E nel difendere i suoi due pupilli, Conte va all’attacco della presidente della commissione Chiara Colosimo, ancora una volta, dopo i terribili malumori della sinistra sulla sua elezione: “La presidente Colosimo ha annunciato che le forze di maggioranza porteranno avanti una norma sul conflitto d’interessi per neutralizzare, a colpi di maggioranza, parlamentari dell’opposizione che vengono giudicati scomodi, che danno fastidio. Il conflitto d’interessi non riguarda innanzitutto la presidente Colosimo? Abbiamo visto la foto che mostra unrapporto molto amicale tra lei e Ciavardini, che è stato condannato con sentenze per aver ucciso il sostituto procuratore Mario Amato, per l’omicidio dell’appuntato Francesco Evangelista, per l’esecuzione della strage di Bologna. E loro si devono scusare di cosa?”. Quella della foto con Ciavardini è una storia vecchia, che Conte tira fuori dal cassetto impolverato delle “cose da dire se si è in difficoltà”. Colosimo spiegò già con franchezza che non ebbe un’amicizia con il terrorista, ma che da consigliere regionale del Lazio ebbe rapporti con l’associazione gestita dalla moglie. In ogni caso, rigirare la frittata è il modo più autentico per ammettere qualcosa: il conflitto di interessi per De Raho e Scarpinato sembra essere comunque plateale.
FdI: “Solidarietà a Colosimo”
La risposta a Conte arriva precisa da Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Stupisce ma non troppo l’ignobile attacco mosso, ancora una volta, alla presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo, a cui va la mia solidarietà. Accanirsi contro di lei per una foto con Ciavardini, che risale ad anni fa, appare oltremodo strumentale. Le bassezze dei grillini però non ci stupiscono più. Non contenti della proposta di modifica avanzata dalla collega Colosimo, che giustamente prevede che i commissari si debbano astenere sia dai lavori sia dalla consultazione degli atti nel caso di indagini che li riguardano, le cinque stelle cadenti hanno deciso di usare il più becero modo di fare politica. Non è accettabile – ha aggiunto Foti – che Federico Cafiero de Raho e Roberto Scarpinato, rispettivamente nel filone di inchiesta sull’indagine di Perugia per presunti accessi abusivi alle banche dati e nell’approfondimento sulla strage di via D’Amelio, continuino a partecipare ai lavori della commissione. Noi lezioni da Conte e pseudo grillini vari non ne accettiamo, soprattutto quando si tenta di coinvolgere il presidente della Repubblica Mattarella in una squallida diatriba, architettata ad hoc per colpire Colosimo. La commissione Antimafia – ha concluso – segue solo un faro d’azione, che evidentemente molti disconoscono: la ricerca della verità, della giustizia e della lotta alla mafia”.