Arcuri e il pasticcio delle mascherine: 203 milioni di danno, a pagare sono gli italiani

Vi ricordate di quel simpaticone di Domenico Arcuri? Certamente sì, d’altra parte come dimenticarlo. Pensavamo tutti di averlo archiviato, spedito nel dimenticatoio, a fare muffa come meriterebbe, e invece oggi torna un’altra volta tra noi. A dire il vero anche lui spererebbe di essere dimenticato in fretta, in realtà più dalla magistratura che dalle persone… ma di questo magari riparleremo…

Oggi invece il prode Arcuri torna sotto i riflettori e, senza che nulla sia cambiato, a tutti noi provoca lo stesso effetto di un tempo: un enorme giramento di pale eoliche. I fatti, riportati da La Verità, risalgono al periodo pandemico, quando il nostro Domenico fu nominato Commissario straordinario per l’emergenza Covid da un altro campione di pale eoliche, l’allora mai rimpianto Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Scrive La Verità, riportando una sentenza del Tribunale di Roma, che la Presidenza del Consiglio, in solido con il Ministero della Salute, dovrà risarcire un danno pari a oltre 203 milioni di euro, più interessi di mora e spese legali, alla Jc electronics Italia, che ha intentato e vinto una causa per una gestione a dir poco pasticciata e oscura di un contratto per una fornitura di mascherine.

Ma cosa avrà mai fatto il buon Arcuri per provocare un simile danno? Diciamo brevemente che ha stracciato un contratto regolarmente firmato e onorato dalla controparte, per non ben precisati motivi. O meglio, per motivi poi ritenuti inesistenti dalla magistratura, come ad esempio una mancata certificazione delle mascherine ricevute, certificazione invece esistente e ottenuta proprio, ma guarda tu, dall’ente certificatore!

O meglio ancora, secondo i giudici e come riportato da La Verità, per “aver gestito le importazioni in modo da favorire un circuito esclusivo, quello di Vincenzo Tommasi e Mario Benotti (oggi scomparso), due dei mediatori della maxi commessa da 800 milioni di mascherine, pagate 1,2 miliardi di euro”. Tesi della Procura della Repubblica di Roma basata su un’informativa del Nucleo valutario della Guardia di Finanza risalente al 7 luglio 2022, come riportato da La Verità.

In soldoni, la gestione allegra dei soldi dei contribuenti che da sempre Fratelli d’Italia ha denunciato. E sulla quale tutta la maggioranza andrà a fondo, grazie al lavoro che svolgerà la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid. Ora, a riprova di quanto sempre detto, è ancora più chiaro il motivo del perché la sinistra e il M5S hanno sempre osteggiato la nascita prima e il lavoro poi della Commissione d’inchiesta. Speranza e Conte, all’epoca Ministro della salute e Presidente del Consiglio, avranno modo di riferire del proprio operato, della gestione dei soldi pubblici e, soprattutto, del perché l’Italia stabilì record negativi su record negativi in termini di morti, contagi, restrizioni.

Insomma, per tornare alle mascherine, Arcuri ha pasticciato, come minimo. Ma proprio come minimo… Però, in questo caso, non vale l’assioma del chi rompe paga, perché a pagare saranno i cittadini italiani.  una soma importante oltre 200 milioni di euro. Qualcuno a sinistra ha chiesto spiegazioni? Ma dai…

Per fortuna ci hanno pensato diversi esponenti di maggioranza, in particolare di fratelli d’Italia, che non intendono certo far cadere nel dimenticatoio quest’altra pagina buia della gestione commissariale dell’ineffabile duo Conte-Speranza.

“Non passa giorno che non arrivino notizie sulla gestione dell’emergenza Covid da parte governo Conte bis, quello di Pd e Cinquestelle, una gestione che si sta dimostrando una vera e propria montagna di sprechi (…)  adesso il Tribunale di Roma ha caricato sulle spalle degli italiani oltre 200 milioni di euro per illeciti nell’acquisto di mascherine. La risposta a quell’emergenza non smette di stupire in negativo, dalla limitazione delle libertà costituzionali attraverso i famigerati dpcm, alla gestione a dir poco allegra di contratti e forniture” così Lucio Malan, capogruppo FdI al Senato.

“Ennesima beffa ai danni dello Stato sulla nebulosa gestione del covid. E indovinate di chi è la responsabilità?  Dell’ex commissario straordinario alla gestione della pandemia, Domenico Arcuri, il luminare voluto dai grillini (…) Il conto da pagare è salatissimo e tutto sulle spalle degli italiani: 203 milioni” oppure Tommas Foti, capogruppo FdI alla Camera.

Ma anche Francesco Filini, secondo cui “la gestione dell’epidemia Covid dal Governo a guida Pd e Movimento Cinquestelle è stato uno gigantesco sperpero di denaro pubblico di cui adesso a pagarne le conseguenze saranno gli italiani”. O Sara Kelany, secondo la quale “continuano ad emergere elementi che confermano una gestione disastrosa e sulla quale la commissione Covid farà piena luce, perché i cittadini hanno il diritto di sapere se sono state sperperate risorse in maniera ingiustificata e chi ne è responsabile deve assumersene la responsabilità”.

E molti, molti altri. Ognuno con la consapevolezza che quella stagione deve essere dimenticata per i disastri che ha causato, in primis in termini di vite umane, ma non può e non deve essere dimenticata per il modo in cui quei disastri, in primis ancora una volta in termini di vite umane (mai dimenticarlo), sono stai come minimo agevolati.

C’è voluto del tempo, ma una commissione d’inchiesta è stata finalmente istituita. La si lasci lavorare, così come una commissione d’inchiesta dovrebbe poter fare.

Chi non ha nulla da temere ne solleciti i lavori, partecipi alle sedute, informi gli italiani dell’esito degli approfondimenti fatti. Chi invece ha qualcosa da temere ne ostacoli per quanto possibile il lavoro.

Ah, c’è già chi lo sta facendo?

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