Arletti, Messori e Campolongo (FdI): Al lavoro per stimolare azioni concrete e una tutela per chi denuncia episodi di violenza domestica

Nell’ultima settimana la provincia di Modena si è trasformata nel tragico palcoscenico di drammi familiari, ancora una volta è emersa la necessità di implementare il lavoro di rete tra Istituzioni, Sistema Sanitario e Forze dell’Ordine per evitare che episodi come questi accadano di nuovo.

I riflettori puntati dalla politica sulle vicende modenesi sono doverosi al fine di provare a realizzare soluzioni efficaci e condivise e sarebbe opportuno che l’attenzione fosse la medesima anche quando le vittime appartengono a contesti culturali stranieri. La sinistra, infatti, ha il difetto di prendere posizione solamente in alcune circostanze rischiando di stigmatizzare le vittime come di serie A e di serie B.

Quante volte abbiamo partecipato alla redazione di progetti, rivolti alle scuole, per educare al rispetto e a modalità comunicative che esulino dalla violenza verbale e fisica? Quante volte abbiamo invitato le donne a denunciare? Eppure, anche oggi, siamo qui a piangere per vite stroncate anche da un sistema che non sta funzionando.

Una minima parte di quanto sta accadendo crediamo sia riconducibile a quella che la sinistra continua a definire come “cultura patriarcale”, è innegabile che ci siano “uomini padroni” che vessano quotidianamente i membri delle proprie famiglie ma sono altresì, se non addirittura più, numerosi le violenze scaturite dai cosiddetti raptus.

Pertanto, al di là del doveroso impegno per progetti di prevenzione adeguata e capillare, riteniamo sia compito di ogni Ente farsi promotore di un tavolo di confronto dove predisporre concrete azioni di coordinamento per intercettare quelli che sono i “campanelli d’allarme” per eventuali malesseri psicosociali e misure che garantiscano le adeguate protezioni alle donne e alle famiglie che denunciano.

Perché, è inutile continuare a negarlo, molte donne denunciano eppure vengono lasciate sole. Ci sono centri di ascolto, il numero telefonico antiviolenza, la nuova Legge sul Codice Rosso ma tutto ciò non basta. Probabilmente, queste tragedie ci stanno ancora una volta urlando che serve un maggiore coordinamento tra i servizi, un aumento di operatori e azioni concrete per la difesa.

Per questo motivo, abbiamo iniziato un dialogo coi nostri rappresentanti sul territorio al fine di predisporre un atto di indirizzo volto a sollecitare questo momento di confronto tra Enti coinvolti e strutturare proposte da avanzare a Regione e Governo Nazionale per realizzare agiti concreti e garantire le adeguate tutele alle vittime.

Fratelli d’Italia rinnova, anche in questa occasione, la sua lotta quotidiana contro ogni forma di violenza e sfruttamento, da quelle “più antiche” come la violenza domestica a quelle “più moderne” come l’utero in affitto, che vorremmo rendere reato universale.

Lo dichiarano Annalisa Arletti, Responsabile Enti Locali Provincia di Modena, Marina Messori, Responsabile Dipartimento Politiche Sociali Provincia di Modena e Filomena Campolongo, Responsabile Dipartimento Tutela Vittime Violenza Provincia di Modena.

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