Ha detto bene Giorgia Meloni, durante il discorso di chiusura di Atreju 2023. Per quanto sia fondamentalmente anti-italiano il comportamento delle opposizioni, in particolare del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, dobbiamo sperare che le sinistre continuino a prevedere disgrazie per il Governo, a gufare in maniera ininterrotta perché succede poi, puntuale, l’esatto contrario di quanto loro auspicano e prefigurano. Fra i tanti sconquassi che avrebbero dovuto accompagnare l’esistenza del Governo Meloni, vi era l’isolamento internazionale dell’Italia.
Saremmo dovuti diventare più o meno come la Bielorussia di Lukashenko, e invece, non solo Roma non è finita dietro alla lavagna, visto che è parte attiva nelle relazioni europee e transatlantiche, con dignità e non con il cappello in mano, ma dall’appuntamento annuale di Atreju, durato quattro giorni e conclusosi domenica scorsa, è venuto fuori anche qualcosa di più rispetto alle consuete dinamiche di politica estera. Atreju 2023, svoltosi negli splendidi giardini di Castel Sant’Angelo a Roma, è stato caratterizzato da numerosi dibattiti ed approfondimenti, inerenti l’Italia e il mondo, che hanno coinvolto i vertici di Fratelli d’Italia, i leader alleati come Matteo Salvini e Antonio Tajani, ministri del Governo, esponenti della società civile, giornalisti, avversari del centrodestra ed autorevoli ospiti stranieri.
In merito a questi ultimi occorre soffermarsi un attimo. Innanzitutto, l’Italia è tutto fuorché una Nazione isolata se alcuni personaggi della politica e della economia oltreconfine decidono di salire su un aereo per partecipare sotto il cielo della Capitale, non ad un obbligatorio summit istituzionale, bensì ad una kermesse di una precisa comunità politica. Vi è un palese interesse in Occidente e nel mondo per quanto si è affermato e continua a radicarsi in Italia a livello politico, ovvero la leadership conservatrice di Giorgia Meloni. Potremmo parlare di modello Meloni o anche di modello Italia. La premier preferirebbe senz’altro la seconda opzione perché notoriamente non ama il culto della personalità, neppure se esso la può riguardare in modo diretto.
Nel suo discorso conclusivo di domenica scorsa, ha sottolineato con chiarezza come il proprio successo si sia potuto concretizzare grazie all’aiuto determinante della comunità di Fratelli d’Italia, delle ragazze e ragazzi di Gioventù Nazionale e degli alleati. In ogni caso, l’Italia non è più soltanto quel Paese gradevole e bello geograficamente in cui si mangia bene, vi sono tante persone simpatiche e si può trascorrere una piacevole vacanza, ma afflitto da una perenne fragilità politica.
Oggi, l’Italia possiede una forte leadership destinata a governare per un intero mandato e all’estero questo cambiamento significativo è stato avvertito. Infatti, figure come il premier conservatore britannico Rishi Sunak e l’amministratore delegato di Tesla, oltre che proprietario di X e di molte altre cose, Elon Musk, sono voluti venire di persona, partecipando ad Atreju 2023, a constatare l’entità della svolta italiana. Il Belpaese è diventato un esempio da studiare e seguire, un riferimento per il futuro come ha evidenziato il leader di Vox, partito conservatore spagnolo molto vicino a Fratelli d’Italia, Santiago Abascal, presente anch’egli a Castel Sant’Angelo. Il conservatorismo di Giorgia Meloni desta l’attenzione del mondo perché riesce ad affrontare i problemi quotidiani di tutti, che spesso non sono né di destra e né di sinistra, senza snaturare la propria identità. La collaborazione con il primo ministro conservatore del Regno Unito non è solo basata sulla idolatria di una parte politica e sul voler affermare quanto bravi e belli siano i conservatori di questo pianeta.
Bensì, Palazzo Chigi lavora a stretto contatto con Downing Street per potenziare e migliorare la risposta europea e occidentale alla immigrazione clandestina gestita da organizzazioni criminali, attraverso i rimpatri volontari e il blocco delle partenze dall’Africa. Determinate sfide epocali richiedono la capacità di andare oltre al proprio recinto politico, infatti l’Italia di Giorgia Meloni lavora e ha già siglato precisi accordi, sempre sul fronte della lotta alla immigrazione illegale, con il governo socialista albanese di Edi Rama, intervenuto peraltro ad Atreju. Un premier forte e legittimato dal consenso popolare sa quando occorre volare alto e superare certe barriere come, per esempio, nei rapporti con gli Stati Uniti, che sono superiori alle evidenti differenze tra la destra italiana e un democratico come Joe Biden, ma è anche cosciente di quelle fasi nelle quali diventa invece imperativo non abdicare ai propri princìpi. Nessuno si aspetti, per dire, che il conservatorismo italiano possa rinunciare ad alcuni valori non negoziabili ed accettare in qualche modo le degenerazioni woke e gender fluid di questo tempo.