“L’occasione è di quelle storiche. Il 9 giugno 2024 avremo la straordinaria opportunità di portare anche in Europa quella “rivoluzione conservatrice” che Giorgia Meloni sta attuando nella nostra nazione. Un traguardo impensabile quando un manipolo di coraggiosi, in questi stessi giorni di undici anni fa, intraprese l’incredibile avventura politica di Fratelli d’Italia.
Eppure quel sogno si è fatto realtà, il 25 settembre di un anno fa, e ora abbiamo il dovere di non porci limiti. Lo sappiamo: l’Europa in questi anni è stata al centro del nostro impegno. Non è un caso che dal settembre 2020 la nostra leader sia diventata Presidente del partito dei Conservatori europei (ECR)i. E non è un caso che Giorgia Meloni abbia dedicato all’Europa così tante energie da quando è diventata Presidente del Consiglio. Europa, Occidente, Mediterraneo sono da sempre gli orizzonti di riferimento della politica estera italiana e noi abbiamo saputo dimostrare che si può stare in Occidente da alleati e non da sudditi, nel Mediterraneo da protagonisti e non da comparse e in Europa a testa alta e non più in ginocchio.
I gufi anti-italiani della sinistra da salotto avevano raccontato ai nostri concittadini la solita realtà parallela: quella di un’Italia isolata sul piano internazionale, con un piede fuori dall’Europa e incapace di gestire le ingentissime risorse del Pnrr. E invece la realtà dei fatti ha smentito anche le previsioni più fosche. Lo ha dimostrato in primo luogo Giorgia Meloni, che in questi mesi è riuscita a portare l’Europa in Tunisia e a Lampedusa per cercare di rendere più efficace la lotta al traffico di esseri umani e la difesa delle frontiere esterne; che nelle ultime settimane ha siglato un importantissimo piano d’azione comune con il governo socialdemocratico della Germania… e potremmo continuare con decine di altri esempi. Ma lo ha dimostrato anche la squadra di Fratelli d’Italia che al suo fianco combatte partite importantissime in Europa. Lo hanno fatto i nostri Ministri che, in sede di Consiglio europeo, si battono per difendere l’interesse nazionale e il Made in Italy; lo hanno fatto i nostri eurodeputati che, insieme a tutto il gruppo ECR, sono diventati sempre più protagonisti.
E se siamo riusciti a diventarlo con i numeri delle scorse elezioni europee del 2019, pensate a quanto saremo in grado di fare se a giugno prossimo saremo capaci di consolidare il consenso che gli italiani ci hanno attribuito un anno fa. D’altronde ce n’è un disperato bisogno. Per difendere in maniera sempre più convinta gli interessi degli italiani. Per supportare l’azione del governo Meloni con un’Europa più amica. Per rivedere le regole di bilancio che in questi anni hanno sacrificato la crescita nel nome dell’austerità. Per strappare le istituzioni europee all’abbraccio mortale di alleanze innaturali che le hanno imbrigliate per troppi anni. Per fermare ulteriori cessioni di sovranità dalle democrazie nazionali a un super-Stato centralista basato a Bruxelles. Per accorciare le catene di produzione e rafforzare le fonti di approvvigionamento, riducendo la dipendenza da Paesi terzi non affidabili.
Per frenare l’immigrazione irregolare proteggendo i confini, rimpatriando gli irregolari e realizzando quel “Piano Mattei” che rappresenta l’unica speranza di sviluppo per l’Africa. Per portare pragmatismo e realismo nelle necessarie politiche per l’ambiente che in questi anni sono state avvelenate dall’ideologia ultra-green dei Timmermans e della sinistra rosso-verde. Per difendere la nostra identità europea dall’aggressione della sottocultura woke e dalle minacce dell’islamismo pronto a sfruttare le nostre debolezze. Tutto questo, e molto altro, potrà cambiare se il 9 giugno 2024 sapremo conquistarci di nuovo la fiducia degli italiani e se lo stesso sapranno fare i tanti partiti conservatori che stanno crescendo in tutta Europa. Un grande italiano come Giorgio Almirante diceva: “La destra o è Europa o non è. L’Europa o va a destra o non si fa”. Fedeli a questo insegnamento, siamo pronti a costruire la nostra Europa!”.