Atreju, l’importanza di investire in difesa contro i nemici dell’Occidente

Dialogo e diplomazia, ma anche difesa. C’è l’obiettivo della spesa militare al 2% da raggiungere, fattore imprescindibile per il futuro della nostra Nazione e dell’Occidente tutto. Ne hanno parlato ad Atreju il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, il deputato, vicesegretario di Azione e segretario del Copasir, Ettore Rosato. E ancora, Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali, Stefano Pontecorvo, presidente di Leonardo e Giulio Terzi di Sant’Agata, senatore di Fratelli d’Italia nonché presidente della Commissione Politiche dell’Unione Europea.

Il panel, non a caso, prendeva il nome “Peacekeepers. La via italiana alla costruzione della pace”. Serve sicuramente una risposta a questa situazione, che rischia di gravare a lungo sulla nostra società occidentale. L’Europa e l’Occidente in generale soffrono una situazione in cui i confini sono diventati bersaglio degli Stati stranieri e antagonisti. La Russia è stata capace di convertire in brevissimo tempo la sua industria in una di guerra e l’Ucraina riesce a reggere l’attacco di Putin. Ma allo stato attuale nessuno è salvo e il rischio che ci sia un’invasione anche a un Paese occidentale è più che reale. E non possiamo farci trovare impreparati, o quantomeno non possiamo crogiolarci nell’idea che siano gli Stati Uniti o la Nato a occuparci di noi. Secondo Crosetto è “da decenni” che “non vivevamo un periodo così”. Inutile dunque nascondersi: serve un implemento della spesa in difesa. E mettere alla stesso livello la spesa in difesa e quella per altri comparti della vita civile, è “la cosa più vigliacca che si possa fare”, perché la spesa per la difesa precede tutte le altre.

È necessario comunque arrivare a una pace, secondo Fontana, che ha soffermato il suo intervento sul Mediterraneo, la “nostra casa naturale”, sul quale l’azione diplomatica deve essere forte. Concorda anche Ettore Rosato, rappresentante delle opposizioni, che ha richiamato l’attenzione sulla guerra cybernetica, sulla quale pure bisogna attrezzarsi e investire in egual misura. In ogni caso, non si può prescindere dall’uso della diplomazia, che a sua volta necessita di armi per permettere all’aggredito di stare allo stesso livello dell’aggressore: “La pace – ha detto il senatore Terzi – passa da una forte deterrenza da parte di chi rispetta l’uso della forza soltanto per legittima difesa o per dare credibilità allo Stato di diritto. Non illudiamoci di una diplomazia che possa girare nel vuoto senza essere sostenuta da una presenza visibile di forze capace di far rispettare gli accordi che si raggiungono”.

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