Ieri sera, un cittadino 26enne francese di origini siriane , ha iniziato a terrorizzare i passanti nel 15* Arrondissement di Parigi, colpendo a morte un civile di origini tedesco-filippine di 23 anni con un coltello.
La vittima è stata ritrovata dalla polizia sul ponte Bir-Hakeim, inn arresto cardio-respiratorio, dovuto alle ferite inferte dall’attentatore: sia alla schiena che alla spalla.
Prima dell’arresto, il 26enne di origini siriane ha minacciato le forze dell’ ordine con un martello, gridando “Allahu Akbar” (Allah è grande). La furia dell’omicida dell’attentatore è stata fermata da una pistola ad impulsi elettrici (Taser) utilizzata da uno degli agenti presenti sul posto.
Secondo quanto riportato dal Ministro dell’Interno francese Darmanien, giunto sul luogo del delitto, l’uomo avrebbe aggredito altre persone con un martello dopo il primo omicidio in altre zone della città.
Il Primo Ministro, Elizabeth Borne ha tentato di rassicurare la popolazione, con le seguenti parole:” Non rinunceremo a nulla di fronte al terrorismo.” – porgendo le sue condoglianze alla famiglia della vittima ed ai feriti “I miei pensieri sono rivolti alla vittima, ai feriti e alle loro famiglie. Rendo omaggio al coraggio e alla professionalità delle nostre forze dell’ordine e dei nostri servizi di emergenza mobilitati.”
Purtroppo, questi episodi di violenza religiosa e razziale non sono casi isolati, abbiamo avuto modo di constatarlo nelle settimane precedenti con gli attacchi alla cittadina di Crépol in Francia e con l’attentato ai danni di una maestra ed alcuni bambini a Dublino.
Peraltro, l’attentatore 26enne franco-siriano era già stato arrestato dalla Polizia francese come un individuo a “Rischio radicalizzazione “,per aver progettato, nell’anno 2016 un attentato terroristico di matrice islamica”, oltre ad aver subito una condanna in tribunale per quanto accaduto
Le recenti e diffuse azioni violente da parte dei fondamentalisti islamici in territorio europeo, stanno preoccupando anche i territori che ancora non hanno avuto modo di confrontarsi con questa orrenda realtà dei fatti.
Serve un piano di difesa continentale per sradicare il terrorismo islamico, poiché la situazione sta rapidamente generando e c’è il rischio che i tragici eventi possano ripetersi, accompagnati da una rapida escalation.