È bastata una singola frase interpretata (volutamente o meno) male per far scattare l’ira della sinistra. “Andremo a caccia delle case fantasma e di chi ha ristrutturato gli immobili con fondi pubblici”: parole pronunciate dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti che hanno fatto maliziosamente pensare, a sinistra, che il governo fosse in procinto di varare nuove imposte per gli italiani. Mai sciocchezza più grande fu detta, ma non si capisce l’allarmismo di dem e altri compagni: i loro governi sono quelli che per ultimi hanno aumentato le accise e che hanno vessato i lavoratori autonomi per anni, e in realtà esultano ancora se i loro leader parlano di patrimoniale. Comunque, le parole del ministro sono state chiarite da lui stesso pochi istanti dopo: “La legge prevede che chi efficienta le case con fondi pubblici deve comunicarle al catasto per aggiornare il valore degli immobili. Andremo a vedere chi non l’ha fatto”. La scoperta dell’acqua calda per la sinistra: se uno ristruttura casa, deve comunicarlo anche ai fini della tassazione. Mentre per “case fantasma” si intende quegli immobili che non sono registrati al catasto o sono registrati ma con diverse caratteristiche. Il riferimento è soprattutto a chi ha compiuto lavori usufruendo del Superbonus: chi ha migliorato il valore del proprio immobile con i soldi dello Stato e non l’ha dichiarato, dovrà farlo come prevede la legge. Ma non si tratta certo di un aumento delle imposte.
La risposta della premier
A smentire gli allarmi delle opposizione ci ha pensato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in persona, attraverso un video pubblicato sui suoi profili social: partendo dalle “dichiarazioni fantasiose secondo le quali il governo vorrebbe aumentare le tasse che gravano sui cittadini”, la premier ha spiegato che tutto questo “è falso” e che non rientra minimamente nel programma dell’esecutivo. “Questo – ha detto la leader di Fratelli d’Italia – lo facevano i governi di sinistra. Noi le tasse le abbassiamo, come sanno bene i lavoratori dipendenti, le mamme lavoratrici, le partite IVA”. Un messaggio chiaro, quello della premier: “La cultura politica di questo governo – ha tuonato – è quella di ridurre le tasse, sostenere le famiglie e sostenere le imprese, non la cultura di gravare ulteriormente sui cittadini”. Un netta differenza rispetto al passato e rispetto a quanto viene dichiarato, ancora oggi, dai leader dell’opposizione: proprio pochi giorni fa, Elly Schlein aveva proposto l’inserimento di una tassa patrimoniale che, ha detto, “non è un tabù”. Questa la differenza: da un lato chi, malgrado i giornali parlino di ristrettezza dei conti, sostiene una riduzione delle tasse, dall’altro chi vorrebbe affossare produttività e vessare i cittadini dando però la colpa agli avversari. “Nonostante chiaramente dall’opposizione alcuni vorrebbero, ad esempio l’introduzione di patrimoniali, di ulteriori imposte – ha spiegato Giorgia Meloni – noi resteremo fedeli al nostro impegno, che è lavorare per una manovra che rilanci l’economia, migliori la vita degli italiani senza chiedere loro nuovi sacrifici”.
La sinistra che inventa
Una storia che ricorda quella delle accise sui carburanti, tema che, ogni volta che ce n’è bisogno, la sinistra fa sbucare dal cilindro inventando una nuova polemica. Proprio la sinistra, i cui governi furono gli ultimi a disporre un aumento delle imposte in un periodo – una decina di anni fa – in cui il prezzo dei carburanti era superiore a quello di oggi (1,8 euro al litro contro l’odierno 1,65 euro al litro). Ieri Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha risposto a chi accusa ancora l’esecutivo di non aver rinnovato il taglio di venti centesimi delle accise che, in via emergenziale, fu introdotto da Draghi, quando però il prezzo della benzina era di 2,30 euro al litro: “Lo rivendichiamo, costava dieci miliardi. Il governo Meloni ha deciso di non bruciare dieci miliardi. Stiamo facendo una manovra che tendenzialmente è di 24 miliardi, capiamo qual è l’entità di dieci miliardi”. Prevedere una riduzione delle accise sarà un obiettivo, ma l’importante adesso è non prevederne un aumento. Cosa che, a sentir parlare l’opposizione, siamo sicuri che già avrebbe fatto se fosse stata in questo momento al governo.