Autonomia, giovani, Piano Mattei: la strategia del Governo Meloni che sosterrà il Meridione

L’autonomia differenziata, così com’è prevista dal dl Calderoni da poco divenuto legge, prevede semplicemente che ogni Regione usufruirà delle risorse necessarie per essere maggiormente indipendente su ulteriori materie rispetto a quelle su cui già rivendica piena autonomia, come la sanità. Su questa pista, le varie amministrazioni regionali avranno la possibilità di giocarsi una carta in più, puntando tutto sul merito e sulla loro capacità di gestire i fondi nazionali. Per questo, la paura di molti amministratori di sinistra si basa proprio sul fatto che, d’ora in avanti, le risorse derivanti dal governo centrale o da altri meccanismi comunitari (come il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione) non potranno essere più sperperate. Ora, specialmente, che a Roma non c’è un governo compiacente o colluso. L’autonomia, che fu proposta e voluta dalla sinistra tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, fa paura alla sinistra solo se al governo c’è la destra.

In realtà, tuttavia, c’è un dato che va analizzato, con particolare riguardo al Meridione, dove le segreterie nazionali dei partiti di sinistra hanno richiamato i loro dirigenti locali, che a loro volta hanno aizzato i loro elettori, a suon di “è una riforma che divide il Paese e che ammazza il Sud”. Il dato è questo: il Mezzogiorno, negli ultimi due anni, è cresciuto come non mai. Con l’abbandono della linea meramente assistenzialistica voluta dai grillini che, dopo aver basato la propria strategia propagandistica su slogan e posizione dal facile consenso, hanno legato a sé i loro elettori con una paghetta di Stato che ha rallentato la crescita dell’economia e dell’occupazione, ora con il Governo Meloni le cose sono nettamente cambiate. Il Sud cresce, e lo fa velocemente: le Regioni del Meridione crescono, in termini di prodotto interno lordo, più delle Regioni del Nord, e le sovrastano anche in termini di export. Le nuove aperture di imprese e startup pure aumentano a ritmi inaspettati fino a pochi anni fa, con una voglia giovanile che è un motore in più per l’economia. Ammonta al 74% lo spirito imprenditoriale dei più giovani al Sud. Un Sud che cresce e che ha voglia di fare, dunque. Una voglia, in un certo senso anche patriottica, di veder rinascere territori difficili e in cui lo Stato, troppo spesso, ha scelto di voltare le spalle, e ora invece favorita da un esecutivo che sta incentivando i giovani a restare nelle proprie terre e a investire. Questa voglia può realmente essere il valore aggiunto della rinascita del Mezzogiorno, verso il superamento di ataviche divisioni che ormai, nel terzo millennio dopo Cristo, non possono essere più tollerate.

Altra occasione ghiotta che sarà meglio non lasciarsi scappare, riguarda le fonti energetiche: dalle Regioni del Sud proviene il 40% delle fonti rinnovabili prodotte in tutto il Paese. Con la chiusura dei gasdotti russi, la differenziazione delle fonti energetiche è una priorità, prevista anche dal G7 a guida italiana e soprattutto dal Piano Mattei, stilato dall’esecutivo per investimenti in Africa. Con le grandi potenzialità del continente, il Sud può realmente diventare l’hub energetico d’Europa, un ponte di collegamento fondamentale tra i due continenti. Non è forse questa un’altra occasione per il Meridione? Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, ha dichiarato questa mattina al Mattino che “il governo punta sul Mezzogiorno con investimenti sul piano delle infrastrutture e dello sviluppo economico. I dati macroeconomici confermano che il Sud sta vivendo una stagione di crescita. Investire sul nord Africa – come sta facendo l’Italia portando su questa strada anche l’Ue – costituisce una grande opportunità per il Sud che, anche solo per collocazione geografica, può rappresentare un diretto interlocutore di questi Paesi”. È, dunque, tutto collegato: i maggiori investimenti provenienti dal Piano Mattei possono realmente aiutare il Sud a rinascere, a creare nuovi posti di lavoro, nuove infrastrutture. E si sa che dove ci sono investimenti puliti, lavoro, turisti e attenzione dello Stato, la mafia scappa. Questo dovrebbe capire chi, tra gli amministratori del Sud, ancora oppugna l’autonomia differenziata.

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