Autonomia, i compagni ora tremano: festeggiano le firme, ma il quesito potrebbe non essere accettato

Le opposizioni non hanno nulla in comune, anche all’interno dei singoli partiti si contano correnti su correnti che dilaniano le loro posizioni su tutti gli argomenti più importanti. Ma, come dimostrato alle ultime tornate elettorali, la sinistra riesce a fare fronte comune e ad appianare le divergenze soltanto quando riconosce nella destra di governo il comune avversario da battere (anche se, con le degenerazioni degli ultimi mesi, verrebbe quasi da dire il nemico da abbattere).

Risultati “pompati”

E così hanno fatto in merito all’autonomia differenziata, una riforma che tutti i partiti di opposizione volevano in passato (dai dem De Luca e Bonaccini al Governo Conte, fino ai comunisti di D’Alema, Prodi e Occhetto), ma che ora stranamente rinnegano: ora che è la destra che, finalmente, ha chiuso un cantiere aperto con la riforma del Titolo V del 2001, la sinistra ne prende le distanze, dimentica le proprie posizioni di anni prima e fa la guerra al governo gettando fumo negli occhi delle persone. Appellandosi a un referendum abrogativo, che a quanto pare ha raggiunto rapidamente il minimo di firme richieste per avviare le procedure di richiesta. 500mila firme ottenute in pochi giorni, complice sicuramente la forte opposizione della sinistra che ha coinvolto in toto i suoi militanti, ma un peso tutt’altro che indifferente l’ha avuto la nuova procedura di firma digitale online, che permette al cittadino di aderire comodamente dal divano di casa. Vita semplice ovviamente per le sezioni locali dei partiti, che hanno potuto contare su una facilitazione di quel processo impegnativo e non scontato delle raccolte firme per strada, nei gazebo, nelle sedi dei movimenti, quando i militanti dovevano convincere il cittadino faccia a faccia. Diciamo che il raggiungimento delle 500mila firme, con le nuove modalità digitali (che in realtà erano state inizialmente previste per favorire l’avvicinamento dei disabili alla politica), può risultare un po’ distante dalla realtà, con i nuovi numeri a cui il mondo social ci ha abituati. E già nella dottrina costituzionale, sono diverse le voci che vogliono aprire una discussione sull’ampliamento del numero minimo, adattandolo alla velocità, alla semplicità e ai grandi numeri di internet. Quantomeno per limitare rischi di facili strumentalizzazioni dei quesiti e a non permettere che minoranze risicate mettano a repentaglio le decisioni di grandi maggioranze parlamentari.

Rischi e dubbi della sinistra

D’altronde, i rischi e i dubbi che si insinuano tra le file delle opposizioni non sono poche. Se da un lato (malgrado, come detto, la velocità dei mezzi digitali) già festeggiano il raggiungimento delle 500mila firme come se ciò equivalesse alla vittoria del referendum (lì si giocherebbe la vera partita), dall’altro dem, grillini e compagni vari sono in realtà preoccupati che la Consulta, o la Corte Costituzionale, vanifichino tutto non accettando il quesito così come formulato. Molti costituzionalisti hanno infatti espresso perplessità in merito alla vaghezza della domanda, che richiede l’abrogazione totale di una legge tanto ampia come quella sull’autonomia differenziata, contrastando invece le normative che regolano il referendum abrogativo, che richiedono invece una certa omogeneità nel quesito posto al cittadino e nel suo contenuto. Le opposizioni sono così preoccupate (anche se non lo danno certamente a vedere) che altri governatori, come Bonaccini, De Luca e la neo-eletta Todde, hanno fatto partire, lontani da telecamere e occhi indiscreti, altre campagne parallele che richiedono abrogazioni parziali, e dunque più contenute, della legga Calderoli. Per non parlare, poi, del dato politico legato all’autonomia, con i dirigenti dei vari partiti di sinistra che al Nord sono un po’ più restii a sbandierare la loro posizione anti-autonomista. Insomma, i dubbi sono ancora moltissimi, le ambiguità della sinistra pure. Di ritorno dalle vacanze, la questione potrebbe far discutere ancora a lungo, ma alla fine potrebbe comunque risolversi come un nulla di fatto.

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