“L’autonomia differenziata in Italia esiste già per alcune regioni da oltre mezzo secolo: è quella propria delle regioni a statuto speciale, realtà consolidate e spesso citate come modello. Ciascuna autonomia esiste per ragioni diverse ma è la rappresentazione di come l’Italia sappia coniugare unità nazionale con l’esigenza di autogoverno dei territori, sfruttando al meglio le opportunità. Non solo la sinistra non ha mai, a ragion veduta, sollevato alcuna perplessità sull’autonomia delle cinque regioni autonome italiane, ma in alcuni casi ne è stata paladina assoluta, promuovendo la differenziazione del quadro giuridico anche talvolta oltre i limiti posti dalla Corte Costituzionale. Da ciò appare evidente quanto siano strumentali le polemiche di queste ultime settimane su una riforma scritta con regole chiare dal centrodestra e che potrà, con uno strumento che garantirà livelli essenziali di prestazioni uguali in tutta Italia, offrire la possibilità alle classi dirigenti regionali di dimostrare le proprie qualità. Lo Stato, grazie alle garanzie volute fermamente da Fratelli d’Italia, garantirà le stesse opportunità a tutte le regioni nel quadro unitario dei servizi offerti con uguali livelli di efficienza. La richiesta di autonomia differenziata avanzata in tempi non sospetti anche dall’Emilia-Romagna di Bonaccini e Schlein e l’interesse manifestato anche dalla Campania di De Luca mostrano le due facce della sinistra: iperautonomista quando è al governo e centralista quando, con il centrodestra, le riforme si scrivono davvero”.
Lo dice Alessandro Urzì, deputato di Fratelli d’Italia e relatore di maggioranza del provvedimento sull’autonomia differenziata.