“Nella terra in cui il dibattito sulla autonomia è iniziato, la Lombardia, nel corso dei lavori della commissione bicamerale per gli affari regionali, impegnata in prefettura per una serie di audizioni sulla definizione dei LEP, è emerso il tema del finanziamento delle competenze ma inaspettatamente anche quello del non riscosso dei tributi locali. Perché è ovvio che è importante pagare per le funzioni assegnate ma ciò dipende anche da quanto effettivamente si riesca a riscuotere sul territorio e, nell’interesse della perequazione nazionale, quanto sia l’effettivo residuo fiscale”.
Lo ha detto Alessandro Urzì, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Affari Costituzionali alla Camera.
“Dalla città metropolitana un chiaro segnale in questo senso, mentre il Comune, di colore diverso rispetto non solo alla regione ma anche al governo nazionale, ha mantenuto attraverso i propri assessori presenti alle audizioni, un profilo puramente istituzionale totalmente diverso rispetto ai toni di frontale contrapposizione della sinistra a livello parlamentare. Insomma, nella terra dell’autonomia sospirata le voci critiche si contengono su un piano squisitamente formale. È stato il presidente della regione Attilio Fontana, pure ascoltato in commissione, a ricordare come tutte le deliberazioni assunte dalla Lombardia in consiglio regionale generalmente hanno avuto un appoggio trasversale da destra a sinistra ed il voto per più autonomia nello storico referendum aveva sfiorato il 100% di favorevoli. Pochi quindi sono pronti a Milano a fare le barricate contro, al massimo qualche legittimo distinguo. Ho apprezzato l’approccio estremamente pragmatico delle istituzioni lombarde, di ogni orientamento, proiettate nel definire le soluzioni ai problemi di applicazione della norma piuttosto che alimentare polemiche pregiudiziali e improduttive. Approccio che auspico – conclude Urzì – possa essere esteso a tutta la dimensione nazionale”.