La maggioranza autonomista di lingua tedesca della Svp, che governa la provincia di Bolzano, ha deciso di sostituire l’aggettivo “altoatesini” in “della provincia di Bolzano” ritenendo il riferimento all”Alto Adige un’imposizione d’epoca fascista. Una provocazione suggerita dai secessionisti di Suedtiroler Freiheit che però ha visto il sorprendente sostegno delle forze autonomiste e di governo.
È però interessante notare come già nel 1810 era stato creato un “Dipartimento dell’Alto Adige” facente parte del Regno d’Italia di Napoleone Bonaparte.
Nel 1810. Il fascismo nasce nel 1919 e diventa regime solo nel 1922. Cento anni dopo.
E allora la realtà è che la cancellazione di ogni rimando all’italianità sia una provocazione e un atto politico volto ad aiutare la vergognosa, e aggressiva, politica austriaca.
Per il consigliere provinciale e regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì “C’è odore di pulizia linguistica”.
E insiste: “è un gesto che offende gli italiani che si sentono orgogliosamente italiani e altoatesini.”
Ma la vicenda, grave di per sé, assume contorni ancora più inquietanti se si pensa alla decisione di Vienna di estendere la propria cittadinanza ai cittadini italiani di lingua tedesca che abitano nell’Alto Adige.
Già il nostro precedente Ministro degli Affari Esteri, Moavero Milanesi, aveva stigmatizzato l’Austria: “Qualora quanto prospettato dalla stampa risultasse confermato verrebbe considerata un’iniziativa inopportuna e sostanzialmente ostile”.
E oggi? Oggi che il parlamento austriaco ha votato di avviare le procedure per la concessione del doppio passaporto ai nostri cittadini?
Come dichiara Alessandro Urzì: “Il silenzio del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sulla nuova provocazione austriaca il cui parlamento appena qualche giorno fa ha votato l’impegno per estendere d’autorità la propria cittadinanza ai cittadini italiani di lingua tedesca e ladina dell’Alto Adige, è inaccettabile”.
“Come va considerato questo silenzio? Il governo di cui fa parte, dopo l’ingresso del Partito democratico, ha cambiato posizione rispetto al Conte primo, che invece aveva sbarrato categoricamente la strada anche ad ogni semplice ipotesi di ragionamento sul tema?
Questo silenzio è letteralmente inquietante”.
Inquietante ma non inaspettato visto il già assordante silenzio di Di Maio alle ingerenze croate relative alla statua di D’annunzio a Trieste.
Ma perché Urzì definisce l’atto austriaco un vero e proprio tradimento?
La minoranza tedesca è discriminata? Economicamente, linguisticamente e politicamente non lo è. Il passaporto austriaco garantisce tutele maggiori di quello italiano? Ovviamente no.
Inoltre la concessione della cittadinanza austriaca porterebbe la provincia di Bolzano ad avere una maggioranza di abitanti con, anche, la cittadinanza di uno stato confinante. Nella provincia di Bolzano oltre 300.000 persone su 500.000.
Cosa che non accade con nessuna minoranza al mondo che goda di doppia cittadinanza – si pensi agli italiani in Slovenia e Croazia che sono un’esigua minoranza o agli italiani d’argentina che sono sicuramente molto numerosi ma oltre a essere, ovviamente, minoranza, sono lontanissimi dalla madrepatria -.
Il consigliere di FDI prosegue: “La questione Alto Altoatesina è stata dichiarata chiusa nel 1992 dall’Austria con il rilascio della quietanza liberatoria che riconosceva all’Italia di aver compiuto tutti i passi per la tutela della minoranza tedesca in Italia. L’autonomia concessa all’Alto Adige come strumento definitivo della controversia nel confine fra Italia e Austria.
Che a 30 anni il parlamento austriaco rinneghi in maniera leggera la quietanza liberatoria del 1992 e proponga la cittadinanza ai tedeschi dell’Alto Adige significa dire che l’autonomia non è più il punto di approdo ma un passaggio. Oggi la cittadinanza. Domani la leva obbligatoria. Dopo domani l’estensione degli strumenti fiscali austriaci e fra qualche anno la secessione.”
Oltretutto pensate “se l’Italia unilateralmente dichiarasse di voler concedere la cittadinanza italiana a tutti gli italiani del Canton Ticino. La Svizzera chiuderebbe le frontiere e schiererebbe l’esercito. ”
Inoltre continua a non essere sanata la vergognosa vicinanza austriaca ai terroristi altoatesini così denunciata in parlamento dall’on. di Fratelli d’Italia Luca De Carlo:
“Qualcuno ricorda il nome di Bruno Bolognesi? È il finanziere deceduto il 23 maggio 1966 a Passo Vizze, sul confine italo-austriaco, per lo scoppio di una carica di dinamite collegata alla porta del distaccamento, che lo scaraventò una trentina di metri lontano. Stessa sorte succederà a San Martino di Casies il 23 luglio 1966 ad altri due militari delle fiamme gialle caduti sotto le raffiche di mitra dei terroristi. E altri sei carabinieri rimasero feriti ad Anteselva per lo scoppio di un altro ordigno trappola. Responsabile degli attentati risultò essere l’organizzazione separatista sudtirolese Befreiungsausschuss Südtirol (BAS), “Comitato di liberazione del Sud Tirolo” che aveva come scopo la secessione dell’Alto Adige dall’Italia e la riunificazione al Tirolo e all’Austria. I cosiddetti «bravi ragazzi della Valle Aurina», che terrorizzarono l’Alto Adige vennero condannati all’ergastolo il 9 luglio 1971 dalla Corte d’assise d’appello di Bologna. Ma non hanno mai scontato un giorno di carcere perché fuggirono all’estero vivendo tra Austria e Germania. Sono tutti latitanti in attesa di grazia gli austriaci Siegfried Steger, classe 1939, Sepp Forer classe 1940 e l’italiano Heinrich Oberleiter oggi 77enne.”
E oggi l’Austria vuole concedere la doppia cittadinanza agli altoatesini.
Il governo Conte-Di Maio-Renzi-Zingaretti fa finta di non capire la gravità dell’atto austriaco.
Se il governo rossogiallo non prevede d’intervenire contro le ingerenze esterne come queste evidentemente il Governo Conte Bis comincia davvero molto male.
In ogni caso Fratelli d’Italia, con Urzì in loco e nelle aule del parlamento, ha annunciato d’esser pronta a tutti gli atti necessari per difendere l’italianità dell’Alto Adige.