Avs strumentalizza la strage di Brescia: il comizio elettorale mentre Mattarella commemora i defunti

Brescia nel 1974 fu vittima di un vile attentato di matrice neofascista. La strage di Piazza della Loggia voleva colpire i partecipanti a una manifestazione proprio contro il terrorismo neofascista. Ci riuscì: nove i morti, centodue i feriti. Un pilastro di un edificio restò colpito e le sue rovine sono ancora oggi visibili, in memoria di quell’attentato. Riuniti in piazza, qualche bresciano si commuove. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ricorda le vittime: “Continueremo a lottare contro ogni forma di terrorismo”, fa sapere. Il presidente della Repubblica Mattarella interviene: “L’Italia oggi abbraccia Brescia nel comune ricordo dei suoi martiri. Non saranno dimenticati, perché il loro ricordo continua a suscitare impegno per la libertà, per la pace, per la democrazia”, dice il Capo dello Stato, accolto dal lungo e commosso applauso del Teatro Grande nel quale è stato accolto. Insomma, quella strage a Brescia è ancora molto sentita ed è viva nei familiari delle vittime.

Ricapitolando: matrice fascista, fortissima emotività, prossimità al voto. Ecco, ci sono tutti i requisiti adatti per strumentalizzare una strage accaduta cinquanta anni fa, per fare sciacallaggio (quando ci sono dei morti di mezzo è l’unica parola che ci sovviene) a soli fini politici e propagandistici.

Chi, se non loro?

E chi poteva farlo, se non loro? Quelli del “per qualche voto in più”. Quelli che hanno candidato Aboubakar Soumahoro elevandolo a nuovo simbolo della sinistra. Quelli che ora candidano Ilaria Salis per farle avere l’immunità parlamentare. Quelli che hanno messo nelle loro liste Christian Raimo, il professore che vorrebbe picchiare i neonazisti. Quelli che presentano agli elettori della circoscrizione Meridionale Souzan Fatayer, la docente universitaria che su Facebook condivide il motto “Zionist are Nazi”. Ecco, avete capito, gli eco-comunisti, ci fermiamo con gli esempi. Questi geni di Alleanza Verdi Sinistra hanno ben pensato di presentarsi a Brescia quel giorno, durante una celebrazione che dovrebbe essere “laica” dalla presenza di partiti, libera dalla strumentalizzazione politica, che dovrebbe abbracciare tutto il popolo italiano. Popolo che, con la presenza del Presidente della Repubblica, dovrebbe riconoscersi in lui, e in nessun altro. La strage è un male per tutti e il suo ricordo dovrebbe essere unanime.

Le ricorrenze nazionali non sono rosse

Andiamo più nello specifico e chiariamo le cose al lettore, che giustamente non vede nulla di male in un esponente politico che si presenta durante una cerimonia istituzionale a titolo personale senza insegne del suo partito. Qui, infatti, casca l’asino: Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, non è in Piazza della Loggia, ma poco più in là, non distante dalla stele dei caduti sulla quale Mattarella depone la corona di fiori. In un ristorante dà il via alla conferenza stampa, affiancato da Roberto Salis, padre di Ilaria, e dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Gli argomenti che trattano sono svariati, ma si nota subito il tentativo di avviare una forzatura storica bella e buona, quella di accostare una strage neofascista accaduta cinquanta anni fa con l’operato di un governo democraticamente eletto dai cittadini. “Il modo migliore per ricordare chi ha perso la vita è dire chiaramente che la nostra carta costituzionale non va cambiata: va realizzata in tutte le sue parti, valori e principi, per unire il Paese e non dividerlo”, dice Landini, tra gli applausi e qualche contestazione. Ma come si fa a unire un Paese se ogni ricorrenza nazionale viene strumentalizzata? Come nel caso del 25 aprile: l’Italia si riappropriò della democrazia ma tutti festeggiano l’antifascismo militante. Come nel caso del 2 giugno: l’Italia festeggia la sua forma repubblicana ma Elly Schlein chiama i suoi a una protesta contro il premierato e in difesa della Costituzione. Insomma, la sinistra non smette di appropriarsi delle ricorrenze nazionali. Ai danni dei familiari delle vittime, che da anni non aspettano altro che sia fatta giustizia.

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