Ballottaggi: le roccaforti rosse non esistono più

Mala tempora currunt per la sinistra italiana e più precisamente per quel Partito Democratico che solo all’alba di tre anni fa sembrava una corazzata invincibile, capace di travolgere tutto e tutti e di regnare sul Bel Paese per almeno una ventina d’anni.

Questa tornata elettorale ha visto 6.749.654 italiani al voto il 10 giugno scorso. Già lì la tendenza favorevole al centrodestra è stata evidente, e si è riconfermata ai ballottaggi che hanno coinvolto 75 comuni. Indicativo, poi, anche l’elevato astensionismo, arrivato al 53% e, in alcuni casi, pagato pesantemente anche a destra.

Il primo dato che appare eclatante è la sonora sconfitta della sinistra nelle sue roccaforti toscane, città che per decenni hanno amministrato e che ora sono perdute. Parliamo di Siena, Massa e Pisa. Nella città della torre pendente, ha vinto Michele Conti, candidato di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia  con un netto 52,2%.  Anche Terni va al centrodestra dopo 20 anni ininterrotti di centrosinistra. Qui, addirittura, la sinistra non era arrivata nemmeno al ballottaggio, che ha visto Leonardo Latini, cdx,  contro un esponente dei 5stelle, sconfitto con ampio divario.  il Movimento 5stelle, invece,  vince ad Imola e Avellino. Il centrosinistra si consola ad Ancona, altra sua roccaforte storica che invece regge e, a sorpresa, guadagna Siracusa, dove il favorito Paolo Ezechia Reale, appoggiato dal centrodestra, viene sconfitto da Francesco Italia. Il centrosinistra perde però Ivrea, risultato storico visto che dal dopoguerra non era mai accaduto. Il M5s a sua volta perde Ragusa, dove Antonio Tringali, sindaco uscente, è stato sconfitto da Giuseppe Cassì, ex giocatore di basket, appoggiato da liste civiche e da Fratelli d’Italia, che ha capovolto il risultato del primo turno.

Ma proviamo ad andare un po’ nel dettaglio, magari a campione. Interessante è stato ad esempio il voto ad Anagni, ridente comune in provincia di Frosinone. Qui al ballottaggio erano arrivati due coalizioni di destra. La prima vedeva Fratelli d’Italia, la Lega e FI più alcune liste civiche, misurarsi con la seconda guidata da un candidato di CasaPound, e supportata anche qui da un numero notevole di liste civiche. Alla fine, l’ha spuntata agevolmente Daniele Natalia, con un tondo 55,14%, candidato della coalizione a trazione Fratelli d’Italia che nel Consiglio Comunale sono anche quelli che hanno ottenuto più seggi. Qui, nel Consiglio non avranno alcun rappresentante né il PD né i 5stelle.

A Fiumicino, invece, disagiato comune a due passi da Roma, si riconferma incredibilmente Esterino Montino, il sindaco uscente del PD. Non è improbabile che data la vicinanza con la Capitale, si sia avvertito una sorta di effetto Raggi, lo stesso che ha permesso la vittoria sempre del PD nel terzo municipio della Città Eterna. Intanto, Giovanni Arena è il nuovo sindaco di Viterbo: nonostante il grande recupero di Chiara Frontini (dal 17 al 48%) dovuto soprattutto all’astensionismo qui pagato dal centrodestra, vince il candidato di  Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Fondazione.

Il Movimento 5 Stelle si prende Imola: Manuela Sangiorgi vince al ballottaggio ed è il nuovo sindaco della città,  e Avellino, con  Vincenzo Ciampi. Il grillino ha ottenuto il 59,5%, battendo Nello Pizza, candidato della coalizione di centrosinistra, che si è fermato al 40,4%. A Imperia, invece, altro derby stavolta di centrodestra, che ha visto l’ex ministro Scajola (per capirci quello a cui avevano pagato a sua insaputa un appartamento accanto al Colosseo), contro Luca Lanteri, delfino di Toti, candidato da FI, Lega e FdI.  L’ha spuntata il primo. A Sondrio, altra affermazione del centrodestra che ha visto Marco Scaramellini diventare il nuovo sindaco della città con un notevole divario rispetto all’avversario di centrosinistra.

In sintesi, riguardo ai comuni più grandi, il PD ne ha persi 9 e il centrodestra ne ha guadagnati 6.

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RK Montanari
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