E’ la fine del 2018 e mancano pochi giorni al nuovo anno. Come sempre in questo periodo – inutile negare – ci si riempie il cuore di speranze. Speranze perché il nuovo anno sia migliore di quello appena trascorso, perché ci porti salute, fortuna e gioia e magari porti con sé la soluzione di qualche problema che ci affligge, o che affligge qualcuno che amiamo. Così ecco che quando arrivano certe notizie non si può fare a meno di sorridere, leggerle con piacere e magari farle conoscere il più possibile, sperando che poi tutto si avveri.
Arriva dall’Inghilterra, e parla di cancro, la spaventosa malattia che flagella quasi tutte le famiglie, mietendo vittime di tutte le età, dai neonati agli anziani già pieni di malanni. Dice un gruppo di scienziati inglesi che in un futuro prossimo il cancro non sarà più mortale. E ora vediamo di cosa si tratta.
I ricercatori del Francis Crick Institute di Londra, credono che sia possibile rafforzare le difese immunitarie trapiantando anche cellule di estranei. I pazienti che si sono offerti per la sperimentazione umana, inizieranno a ricevere il nuovo trattamento durante il prossimo 2019 mentre il team vorrebbe istituire delle vere e proprie “banche immunitarie”, per conservare le cellule atte a combattere le varie forme di tumore. In proposito, l’esperto di immunologia Adrian Hayday, leader del gruppo del Laboratorio di immuno-sorveglianza di The Crick, ha detto che scienziati e medici in futuro potrebbero diventare più simili agli ingegneri, “aggiornando” il corpo, se così possiamo dire, piuttosto che bombardandolo con una chemioterapia tossica. “Usare il sistema immunitario per combattere il cancro è l’ultimo approccio fai-da-te”, ha anche affermato, per poi aggiungere: “Stiamo assistendo a risultati impressionanti con cellule chiamate “natural killer”. È molto presto, ma ci sono pazienti che già ne ricevono , e continueranno a riceverne nel prossimo anno e nell’anno successivo. La caratteristica davvero interessante è che, a differenza di altre immuno-terapie , queste cellule non vengono rifiutate. Solo pochi anni fa, l’idea che ogni clinico curasse un paziente con una terapia che non avrebbe influenzato direttamente il cancro in alcun modo, di qualsiasi forma si stia parlando , sarebbe stata quanto meno radicale. Ma questo è quello che sta succedendo […] E per questo dobbiamo cominciare a pensare a banche di cellule che possano essere utilizziate da chiunque e da consegnare alle varie cliniche anche solo poche ore prima la necessaria infusione in un paziente. […] Non ci siamo ancora arrivati, ma la strada è ormai in discesa, e manca davvero poco.”
Fino al 2017, gli scienziati impegnati nella ricerca contro il cancro, non avrebbero mai pensato possibile importare cellule immunitarie di uno sconosciuto in un altro organismo umano senza accompagnarle con spesso notevoli quantità di farmaci immunosoppressori, necessari a garantire che il corpo non respingesse le cellule infuse, annullando tutti i benefici del trattamento. Poi, nel 2018, gli scienziati hanno scoperto che le cellule immunitarie si comportano diversamente dalle altre cellule e possono sopravvivere bene anche in un corpo diverso da quello originale, aprendo un’altra grande strada per i trapianti. Ora, poi, l’illuminazione di usarle anche contro i tumori.
Più di 350.000 persone vengono colpite ogni anno dal cancro, e fino a 30 anni fa, solo una persona su quattro sarebbe sopravvissuta per più di 10 anni dal momento della diagnosi. Ma progressi radicali realizzati nell’ultimo decennio, hanno visto il 50% dei pazienti arrivare almeno a 10 anni di sopravvivenza dalla diagnosi e ora il team di The Crick vuole raggiungere almeno il 75% dei pazienti.
Il professor Charlie Swanton, del Cancer Evolution and Genome Instability Laboratory, ha affermato che un altro enorme passo avanti per la cura del cancro sia stata la raggiunta abilità di sequenziare i tumori annunciando una nuova era di “medicina su misura per il paziente”. “È un momento molto eccitante. La tecnologia a nostra disposizione ora è semplicemente incredibile”, ha detto. “ Siamo in grado di sequenziare il genoma di un tumore, capire il suo microambiente, come metabolizza, quali cellule stanno controllando il tumore e come possono essere manipolate. L’utilizzo delle cellule immunitarie del proprio corpo per colpire il tumore è vitale, perché i tumori si evolvono così rapidamente che non c’è modo per un’azienda farmaceutica di tenere il passo con essi, ma il sistema immunitario umano si sta evolvendo da oltre quattro miliardi di anni per riuscirci e ha proprio tante possibilità di successo”.
Intanto, il prossimo anno, la squadra del Prof Swanton inizierà le prove per vedere se aumentare queste cellule specifiche possa essere efficace nella lotta al cancro del polmone. “Duplicheremo in laboratorio le cellule immunitarie del tumore del paziente e le restituiremo al paziente stesso in quantità esponenziali, speranzosi, per affrontare il tumore nel suo interno”, ha detto il clinico per poi aggiungere: “È una medicina personalizzata portata all’estremo. Ogni paziente ha una terapia unica, e sarà praticamente impossibile avere lo stesso trattamento perché non ci sono due tumori uguali “.