Il Banco Santander è stato multato con una sanzione milionaria nel Regno Unito per irregolarità nella gestione dei conti di risparmio di clienti deceduti. La sanzione ammonta a 32,8 milioni di sterline, (36,4 milioni di euro), ed è stata imposta dalla FCA, supervisore dei servizi finanziari nel Regno Unito.
In pratica la banca non ha trasferito ai beneficiari più di 183 milioni di sterline (201 milioni di euro) come avrebbe dovuto fare, dal momento che i titolari del conto erano deceduti. Secondo il regolatore le sentenze hanno interessato ben 40.428 clienti.
Il Banco Santander ha rilasciato una dichiarazione in cui ha chiesto perdono alle famiglie delle persone colpite. Ha inoltre assicurato di aver condotto un processo per conoscere le cause dell’accaduto e ha già trasferito la maggior parte dei fondi ai beneficiari in modo adeguato, con il pagamento degli interessi.
Ad onor del vero, non sono mancate precisazioni anche da parte della stessa autorità che ha commissionato la multa che sottolinea:
“A credito della società occorre dire che una volta che questi problemi venivano notificati al consiglio di amministrazione e all’alta dirigenza, essi venivano sistemati correttamente e prontamente, ma il riconoscimento del problema richiedeva troppo tempo”.
Santander ha inoltre riferito di aver apportato miglioramenti al proprio processo di azione prima della morte di un cliente. In sostanza, ha creato un team incentrato sul lavoro sull’argomento e permetterà, da ora in poi, agli eredi di comunicare alla banca la morte di un cliente di persona, per posta, telefono ed e-mail.
La buona volontà sicuramente c’è, come quando indennizzò circa un terzo degli azionisti del Banco Popular che avevano perso i loro investimenti dopo la sua acquisizione, per un ammontare totale fino a circa 680 milioni di euro. Allora ci sembrò una bella lezione di corporate governance bancaria sistemica dalla Spagna, in confronto ai nostri recenti default bancari.
In situazione analoga infatti, da noi Banca Intesa, nell’acquisizione delle Venete si fece dare 5 miliardi dallo Stato, pretendendo ogni garanzia possibile… promettendo di rimborsare in parte gli azionisti, ma vedendo bene poi di fare marcia indietro, lasciandoli a bocca asciutta.
Chissà dove era allora la Direzione Generale UE sulla concorrenza, che permise che il vecchio governo aiutasse con soldi pubblici una banca, senza obbligarla a nessuna garanzi per i piccoli investitori..