Si pensava di aver già visto tutto quello che può succedere in un Comune, a Bari. Per la sinistra del capoluogo pugliese, infatti, gli ultimi mesi sono stati un inferno: si passa dal rischio del commissariamento del Comune alle ammissioni shock del governatore Emiliano (che ha confessato, davanti alla platea di sostenitori, di aver affidato al boss locale il sindaco Decaro), vicenda alla quale va collegata la foto, invecchiata molto male, proprio del sindaco Decaro che posava con i parenti dello stesso boss. Poi potremmo raccontare delle diatribe interne del centrosinistra, con Conte che da Roma ritira il suo uomo, il collega avvocato Michele Laforgia, dalle primarie allargate del centrosinistra, per via delle vicende giudiziarie (altro fatto) che in quei giorni – si parla dei primi mesi dell’anno – stavano tenendo in apprensione la Giunta regionale di Emiliano. Insomma, di tutto e di più.
Campo largo fallace
E in questa enorme e grottesca situazione, le cose non stanno andando meglio nella città protetta da San Nicola. Perché, dopo le elezioni comunali che hanno visto riconfermare, malgrado tutto, il centrosinistra a guida del capoluogo, sono occorsi ben due mesi per formare la nuova Giunta senza scontentare nessuno. Calcoli politici e rispetto delle richieste di tutti i partiti della sinistra: il nuovo sindaco Vito Leccese si era preso tutto il tempo a disposizione per non sfavorire nessuno e mantenere in vita il campo largo. Forse, pure per inviare un messaggio ai dirigenti nazionali, per costruire un modello dal quale a Roma poter prendere esempio nell’unificazione delle sinistre contro la destra. E invece, il campo largo barese si è rivelato soltanto il plastico esempio di come le sinistre continuino a essere altamente litigiose e che una possibile coalizione di centrosinistra si rivelerebbe soltanto una fallace accozzaglia di idee e interessi troppo distanti e talvolta anche contrastanti tra loro.
Faida interna
È record: tutto da rifare in appena tre giorni. Inizia tutto il 19 agosto quando Leccese ha annunciato la nomina a vicesindaco di Giovanna Iacovone, nome di Laforgia ma presentato dal sindaco come indipendente, e la nomina di assessore del grillino Raffaele Diomede. Il problema è che si tratta di un esterno, tanto che il coordinamento provinciale del partito ha parlato di “risultato storico”, ma a Bari qualcuno ha avuto da ridire: “All’interno della nostra famiglia del Movimento 5 Stelle Bari – scrivono su Facebook –, qualcuno ha confuso il confronto con l’autoritarismo, ponendosi in antitesi sia con i principi fondanti del Movimento ma anche con quanto fortemente voluto dal presidente Conte in tema di meritocrazia e valorizzazione degli eletti”. In pratica, la colpa sarebbe non aver scelto tra gli assessori un eletto grillino al Consiglio comunale. “Siamo altresì consapevoli – si legge ancora – che vada comunque tutelata l’integrità del campo progressista, che a Bari abbiamo costruito con tanta fatica e che ha portato alla vittoria del sindaco Leccese, integrità purtroppo minata da queste dinamiche interne al Movimento che prima di ogni cosa va corretta. L’impegno del nostro gruppo consiliare è quello di favorire l’interlocuzione leale e il dialogo con il sindaco e la sua giunta”.
Continui sgambetti
Dunque, è un Movimento Cinque Stelle, al di là dei proclami, spaccato e che, a sua volta, spacca la maggioranza comunale di centrosinistra. Quella maggioranza che Leccese aveva impiegato mesi a costruire, gettata via come fosse cenere. Centrano eccome le dinamiche interne, con i continui sgambetti tra contiani e grillini. La decisione finale dei pentastellati baresi è dunque chiara: “Oggi – conclude la nota – a difesa del nostro presidente Giuseppe Conte, del Movimento 5 Stelle e nel rispetto di tutte le persone appartenenti allo stesso che la pensano come noi, che sono attivisti o semplici sostenitori, per colpa di qualcuno che non siede in Aula Dalfino, il M5s non può, per ora, poter dire di appartenere alla maggioranza che governa la nostra città”. Si chiude una porta e si apre un portone: quale sarà il prossimo rompicapo per la sinistra pugliese?