Basta sprechi, marchette elettorali, sussidi. Puntiamo tutto sulla crescita.

Vi ricordate cosa diceva la sinistra la scorsa estate, nel bel mezzo della campagna elettorale che poi ha visto la netta affermazione di Fratelli d’Italia e del centrodestra?

Quelli che hanno governato, praticamente ininterrottamente negli ultimi 11 anni, dicevano che un Governo guidato da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia sarebbe durato al massimo 6 mesi, perché sarebbe esploso lo SPREAD arrivando a 500 punti base, l’Italia avrebbe avuto grandi difficoltà a finanziare il suo enorme debito pubblico, la borsa sarebbe andata in rosso, crisi bancarie, disoccupazione alle stelle, pioggia di rane e cavallette, il fiume Po colorato di rosso sangue e via con le altre piaghe d’Egitto.

Ma è davvero andata così?

Prima delle elezioni il tanto evocato Spread tra il rendimento dei titoli italiani e quelli tedeschi era a circa 250 PUNTI BASE, oggi è sceso di circa 100 PUNTI. Con un piccolissimo dettaglio: dallo scorso autunno la Banca Centrale Europea ha cominciato ad alzare sempre di più i tassi d’interesse: anche qui, i soliti gufi antitaliani erano pronti a scommettere su un rialzo dello Spread dovuto proprio alla stretta monetaria della BCE, ma poi è arrivata la doccia fredda: l’Italia è un paese solido ed affidabile.

Sin dalla prima legge di bilancio il Governo di Giorgia Meloni ha adottato una politica scrupolosamente attenta in economia: la gestione della pandemia, la guerra e i disastrosi 10 anni di sinistra al governo hanno messo seriamente a rischio il sistema produttivo: oggi non possiamo più permetterci spese folli, bonus a pioggia, reddito di cittadinanza a chiunque, monopattini elettrici e banchi a rotelle: ogni singolo euro dei cittadini deve essere un investimento che genera valore, prosperità e ricchezza.

Il messaggio del governo è stato subito recepito dalle famiglie e dalle imprese, infatti l’ISTAT ha messo nero su bianco dei dati che hanno fatto letteralmente impallidire l’opposizione: la fiducia dei consumatori e delle aziende italiane è in netta crescita.

La naturale conseguenza di questo clima di fiducia ha portato le aziende ad investire, e l’effetto è stato immediato e prorompente: nei primi 3 mesi del 2023 c’è stato un vero e proprio boom occupazionale con più di mezzo milione di nuovi posti di lavoro, un record che non si registrava da decenni. La sinistra, invece di rendere merito all’operato del governo, certificato con dati sviscerati da istituti indipendenti, prova sempre ad innescare la polemica: quando il 1 maggio, giorno della festa dei lavoratori, Giorgia Meloni vara un provvedimento che taglia fino a 7 punti il cuneo fiscale per mettere più soldi in tasca ai lavoratori della fascia medio bassa, opposizione e sindacati si stracciano le vesti dicendo che il provvedimento aumenta la precarietà. Per loro sfortuna i dati resi da Istat, Bankitalia e Anpal parlano chiaro: aumenta l’occupazione e aumentano i contratti a tempo indeterminato, così come è data in aumento anche l’occupazione femminile.

In un contesto europeo particolarmente difficile, con la guerra alle nostre porte e l’esplosione dell’inflazione, l’Italia va ogni oltre rosea previsione: il Prodotto interno lordo ha fatto segnare un +0,6 nel primo trimestre 2023, che vale un +1,9% sullo stesso periodo nel 2022: oggi cresciamo più di Francia e Germania. Un dato simile non si riscontrava da decenni.

Queste non sono opinioni, non è propaganda politica, sono dati. Questo clima di rinnovata fiducia si ripercuote in ogni settore: gli antitaliani che facevano il tifo per la speculazione internazionale e pregavano affinché le agenzie di rating classificassero i titoli italiani a livello spazzatura, ora si stanno mangiando il fegato: l’Italia non è più vista come preda ma come occasione di investimento. E per mettere ancora di più al sicuro il risparmio degli italiani e il sistema paese, il governo sta gradualmente riportando sempre più il debito pubblico in mano alle famiglie italiane: le aste di titoli di stato destinate alle famiglie fanno segnare record che non si registravano da tantissimo tempo: i piccoli risparmiatori italiani decidono di investire sullo Stato perché hanno fiducia nelle politiche che il Governo sta portando avanti, così facendo si riducono sempre più i rischi legati alla speculazione finanziaria e si attua quel meccanismo virtuoso che vede lo Stato pagare gli interessi sempre più alle famiglie italiane e sempre meno agli investitori internazionali: la ricchezza rimane in Italia.

Ma qual è il segreto di questo esecutivo? Se lo stanno domandando numerosi analisti: come fa l’Italia, con tutte le enormi difficoltà che si porta dietro, ad avere questi numeri? Perché gli italiani, dopo un disastroso decennio, hanno indicato una maggioranza netta che dà stabilità e prospettive di legislatura a questo governo: l’Italia è sempre stata un’anomalia in Europa, con governi che duravano pochi mesi, sostenuti da maggioranze improbabili con dentro tutto e il contrario di tutto, mentre gli altri Stati europei potevano contare sulla stabilità e sulla solidità. Il primo merito è dunque, innanzitutto, degli italiani che hanno capito più dei politici il valore della stabilità. Secondo poi, il merito è tutto di questo governo che sta tenendo fede al suo programma: basta sprechi, basta “marchette” elettorali, basta sussidi: si punta tutto sulla crescita, perché l’Italia è il paese più bello del mondo, perché la storia ci ha dimostrato che il genio italiano, se lasciato libero di esprimersi, è capace di tutto. Perché a noi basta davvero poco per rimetterci in piedi.

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