Bologna. Ragazzo autistico ore al pronto soccorso, scuse tardive dell’Ausl. Lo sfogo della madre: “Emilia-Romagna tante belle parole, ma i fatti?”

Di sicuro è una brutta pagina per la sanità bolognese, da sempre fiore all’occhiello della rossa Emilia Romagna come è stato-peraltro- più volte sottolineato nella recentissima campagna elettorale per le regionali.

Eccola la sequenza di questa brutta storia di malasanità. Ore di attesa in pronto soccorso nonostante una situazione apparentemente allarmante per un giovane paziente con una seria disabilità.

È successo all’ospedale Maggiore di Bologna e a segnalarlo è stata Marialba Corona, madre di Edo, un ragazzo autistico grave e con una rara malattia genetica: in un post su Facebook si è sfogata su come è stato trattato il figlio. Corona è anche presidente di Angsa (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) di Bologna e ha raccontato il tempo trascorso e le sofferenze del ragazzo, per cui non è stato attivato, come invece chiesto dai genitori, il percorso ‘Dama’ per le persone con disabilità grave.

Nel tardo pomeriggio sono arrivate le scuse dell’Ausl di Bologna. “Da due settimane – aveva scritto la madre sui social – Edo ha forti dolori da reflusso nonostante la terapia e la dieta. Arrivati ieri al pronto soccorso del Maggiore in condizioni di emergenza. Abbiamo chiesto il percorso Dama. Questo non è il modo giusto per attivarlo, ci hanno detto e se c’è una urgenza? Niente da fare, uguale a tutti gli altri. Braccialetto azzurro otto ore di attesa in pronto soccorso”.
E così il ragazzo, che non parla, è rimasto lì, ogni tanto correva e la madre ha dovuto contenerlo. In serata finalmente è stata fatta una Tac, da cui si è visto, ha proseguito Corona, “un bolo di cibo in esofago”.

“Bisogna intervenire subito. Autistico? Disabile al 100%? È uguale a tutti gli altri e si stabilisce la gastroscopia stamattina”, continua la madre, spiegando che il ragazzo “sofferente e a digiuno da ieri mattina ancora alle 16 non è stato chiamato. Vi sembra accettabile tutto questo? In Emilia-Romagna poi… tante belle parole ma i fatti? Quanto ancora dovremo subire?”, la domanda della madre. Che con l’associazione ha di recente promosso una struttura, ‘La casa di Edo’, palestra abitativa per preparare adolescenti e giovani adulti con autismo al distacco familiare. Il post sul pronto soccorso aveva chiamato in causa, taggandoli, anche l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, il presidente della Regione Michele de Pascale e il dg dell’Ausl Paolo Bordon. E in serata l’Ausl si è scusata “con la signora Corona e con il figlio per il disagio che hanno subito”. Lo stesso direttore del Pronto soccorso, peraltro, viene detto dall’azienda in una nota, aveva cercato, in giornata, “di mettersi in contatto con la signora per capire che cosa fosse successo e fornire eventualmente spiegazioni”.

E il dg Bordon ha convocato per lunedì una riunione tra tutti i professionisti interessati “allo scopo di chiarire l’episodio ed evitare che possa ripetersi, a fronte, comunque, di un protocollo di accoglienza delle persone con disabilità, il cosiddetto Dama, che ha sempre dimostrato un ottimo funzionamento in tantissimi altri casi”.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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