Bonelli e l’amore per gli esposti alla Procura: un vizietto che non fa bene alla politica

Angelo Bonelli, del suo ruolo di deputato di opposizione e di leader, uno dei tanti, della sinistra, non sa veramente cosa farsene. E infatti non fa battaglia politica in Parlamento, assemblea generale simbolo di democrazia, di rispetto dell’avversario ma anche ring prediletto dei grandi politici. Un discorso ben pronunciato alla Camera o al Senato vale più di mille ordinanze d’arresto: in altre parole, se un politico sa il fatto suo, non gli servono altre vie secondarie, gli basta il suo ruolo di controllo dai banchi dell’opposizione per mettere in difficoltà una maggioranza. Ma Bonelli, leader dei Verdi in quel mix di visioni che prende il nome di Avs, sembra anche vantarsi del suo ruolo di denunciatore seriale alla Procura: “Mi chiamano il re degli esposti”. Così Bonelli, ogniqualvolta c’è qualcosa che secondo lui non quadra, prende documenti e prove e si lancia, verso gli uffici della Procura della Repubblica. Vuole, in pratica, risolvere – anzi far risolvere dai giudici – in tribunale ciò che lui non riesce a fare in Parlamento, sperando in una sentenza a lui favorevole che abbia effetti anche sulla politica.

Calcolo politico

È questa la situazione: il potere di controllo politico dell’operato della maggioranza affidato all’opposizione dalla Costituzione, che è essenza stessa della democrazia, che si piega a un altro potere dello Stato, la Magistratura, che invece sarebbe meglio rimanesse estraneo a certi calcoli meramente politici. Perché se Bonelli vuole che Sangiuliano (il nuovo e ultimo esposto di Angelo il Verde) venga punito dalla magistratura, non è certo per un suo innato senso di giustizia, che magari ha sempre avuto, e nemmeno per una questione morale, altrimenti avrebbe evitato di candidare nelle sue liste persone quali Aboubakar Soumahoro, difensore degli immigrati contro il caporalato ma non di quelli che vivevano in pessime condizioni nella coop della moglie e della suocera, Ilaria Salis, già nei guai con la giustizia ungherese, e Christian Raimo, l’insegnante che sostiene che i neonazisti devono essere picchiati. Se Bonelli vuole vedere Sangiuliano dietro le sbarre, è perché per lui sarebbe un bel risultato politico. Almeno è quello che lui crede. Vedrebbe così crollare una pedina della compagine di Giorgia Meloni, fatto a cui appigliarsi e agganciare mesi e mesi di narrazioni contro l’esecutivo. Ma in realtà, ai più attenti, un fatto del genere non apparirebbe come una vittoria di Bonelli, ma solo come un risultato della giustizia. Bonelli, invece, resterebbe quel parlamentare incapace di farsi sentire all’interno dell’Assemblea e di svolgere il suo ruolo di leader dell’opposizione.

Garantista o giustizialista?

C’è da dire che il verde ha una lunga storia di esposti in Procura: il più risalente che Libero è riuscito a scovare, è datato 2010 sull’ambiente in Puglia, esposto che trovò l’opposizione proprio del suo attuale sodale Nicola Fratoianni, all’epoca assessore della Giunta Vendola. Ma erano altri tempi. Tra i più recenti, troviamo quello sulle presunte irregolarità sul Ponte dello Stretto, quello sulla diga di Genova, quello su Tele-Meloni, quello sul caso Cospito (ovviamente non contro di lui, ma contro Donzelli e Delmastro). È o non è un il re degli esposti? Bonelli, così facendo, si rivela un garantista dall’animo giustizialista, o viceversa, nel senso che i due aspetti sono così legati tra loro che è impossibile slegarli. Ma certo è che vanno a intermittenza: la Salis è accusata di manganellare persone in Ungheria? Bisogna aspettare il corso della giustizia; c’è l’ombra che soldi pubblici siano stati utilizzati nel caso Sangiuliano? Va condannato. Un atteggiamento che non fa bene neppure al nostro Stato, spesso accusato di non avere ben distinte politica e giustizia, di avere magistrati troppo esposti politicamente: il frequente ricorso di Bonelli ai tribunali non fa che gettare un’ulteriore ombra sulla Magistratura. Ma alla fine qual è il suo scopo? Sperare che, come successo con Toti, anche Sangiuliano venga costretto a dimettersi a suon di custodie cautelari?

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1 commento

  1. Questo personaggio, insieme al fido Fratoianni, è veramente unico e continua ad intasare gli uffici dei tutori dell’ordine o le procure con i suoi esposti, denunce o querele. Pensi Bonelli, prima di continuare la sua opera a quello che ha fatto, in collaborazione col fido di cui sopra, facendo eleggere una pluripregiudicata al parlamento europeo e si VERGOGNI!

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