Il via libera ad alcune delle nuove misure in favore della maternità previste nell’ultima finanziaria è arrivato con la circolare n. 27 dell’Inps. Il bonus regolato dall’istituto è previsto per le mamme lavoratrici con due o più figli e consiste nello sconto dell’intera trattenuta contributiva: le destinatarie sono lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato, sia nel settore pubblico che in quello privato, con la sola esclusione dei rapporti di lavoro domestico; sono inclusi anche i rapporti part-time e quelli di apprendistato. Per quanto concerne il bonus spettante alle madri con tre figli, esso è previsto per il triennio 2024-2026: il terzo figlio deve avere età inferiore ai 18 anni, con il riconoscimento del diritto allo sgravio dalla sua nascita e non comportando alcuna decadenza dal diritto stesso l’eventuale morte o fuoriuscita di uno dei tre figli dal nucleo familiare. Il bonus per le mamme di due figli è previsto per ora con riguardo al solo 2024: il secondo figlio deve avere età inferiore ai 10 danni, restando ferme anche in questo caso le clausole su eventuali premorienza o uscita dal nucleo di uno dei due figli. È calcolato che su uno stipendio di circa 1500 euro lordi, l’esenzione contributiva sarà di circa 138 euro al netto dell’effetto Irpef. Si tratta, in sostanza, di una di quelle misure previste dall’ultima legge di Bilancio con le quali il governo Meloni ha inteso contrastare la svalutazione del potere d’acquisto delle famiglie che fortemente si è fatta sentire nell’ultimo periodo e, al contempo, invertire il triste dato sulla denatalità che sta investendo la nostra Nazione. Oltre la riforma dell’Irpef, tuttavia, l’inserimento dell’esonero contributivo per le madri di almeno due figli vuole garantire alle donne la possibilità di fare figli senza dover rinunciare alla carriera professionale o viceversa. Le madri cui spetta il diritto dovranno fare richiesta al proprio datore di lavoro per usufruire dell’agevolazione, comunicando i codici fiscali dei figli ai fini del controllo della loro età. L’Inps ha inoltre precisato che il bonus per le mamme è una misura alternativa ad altre misure di decontribuzione, come il taglio del cuneo fiscale: in pratica, una volta venuto meno il diritto all’esonero, le madri potranno fruire del taglio del cuneo fiscale. Con l’unica differenza che quest’ultima misura è su base reddituale (è previsto il -7% per i redditi fino a 25.000 euro annui e il -6% per i redditi fino a 35.000 euro annui), mentre l’esenzione contributiva è prevista per tutte le mamme, indipendentemente dai loro redditi.