Alla faccia di chi dice che l’Italia è isolata a livello internazionale e che l’economia va a rotoli, parlando solo ed esclusivamente per slogan. Se si guardano i dati, gli unici a essere inopinabili, emerge chiaramente il contrario di quello che la sinistra si affatica a raccontare: l’economia è florida e sana come un pesce, fa sempre meglio ogni settimana che passa. Il record delle occupazioni traina una crescita importante, che regge pienamente la stagnazione economica globale. Una crescita che si fa sentire sulla produttività, sugli export, sui salari. Incentivi, decontribuzioni, tagli del cuneo e riforme fiscali varie permettono a cittadini e lavoratori di essere tutelati, di risalire la china in un Paese, il nostro, che negli ultimi 30 anni è stato tra i peggiori in quanto a crescita degli stipendi. A tutela del potere di acquisto delle famiglie, al di là di quello che viene raccontato, anzi inventato da certa stampa, il Governo ha rivendicato la sua politica espansiva, che non introduce nuove tasse pure in periodo complicato, in cui la coperta finanziaria pareva essere abbastanza corta. Invece, grazie anche alla fiducia riposta nel governo, le entrate tributarie sono aumentate – che, se ci pensate, sembra un paradosso dato che le tasse non sono state tagliate – ed è cresciuto anche il rientro dall’evasione, record lo scorso anno.
200 miliardi di domanda
Le buone misure del Governo, dunque, sono state riconfermate tutte anche in questa manovra finanziaria da poco varata dal Consiglio dei Ministri. E la fiducia degli investitori, italiani e non, non è cambiata. Neppure di fronte a misure controverse (inutilmente) come i 3,5 miliardi richiesti a banche e assicurazioni e da reinvestire in sanità. L’alta finanza crede finalmente nell’Italia, con le agenzie di rating che hanno migliorato le loro valutazioni nei confronti della nostra Nazione. Fiducia che si scorge, chiaramente, soprattutto quando si visualizzano i dati, sempre inopinabili, circa l’acquisto di titoli di Stato. La domanda è record: 200 miliardi di euro la richiesta, a fronte dei 13 miliardi offerti. Si capisce, dunque, la portata del fatto. Nel dettaglio, il Ministero dell’Economia e delle Finanze aveva messo a disposizione 10 miliardi di euro per il Btp benchmark a sette anni e tre miliardi per il Btp trentennale: in totale la domanda è stata di 206 miliardi complessivi. Un risultato che pure un quotidiano autorevole come il Messaggero collega non solo al miglioramento delle valutazioni delle agenzie di rating, ma anche alla responsabilità chiaramente espressa nella legge di Bilancio, grazie all’atteggiamento “di buona volontà di fronte ai richiami a mettere in traiettoria discendente il debito italiano”. Il Governo sembra intenzionato a fare sul serio, annunciando un’altra operazione, l’asta per la settima tranche del Btp Short Term.
FdI: “Conferma della fiducia nell’Italia”
Insomma, l’Italia è in salute e gode della fiducia degli investitori. Per Nicola Calandrini, senatore di Fratelli d’Italia e presidente della quinta commissione Bilancio, “questa operazione conferma la fiducia degli investitori internazionali nella solidità e credibilità dell’Italia, anche in un contesto di tassi di interesse in calo nell’Eurozona e dopo il miglioramento del nostro rating sovrano. Questi risultati – ha aggiunto –, con ordini provenienti per la maggior parte dall’estero, riflettono l’attrattività dei nostri titoli di Stato e dimostrano la capacità dell’Italia di finanziare i propri obiettivi di crescita a lungo termine. Il rendimento competitivo e la solidità offerta dai Btp continuano a essere un riferimento per gli investitori, e questo – ha concluso – ci incoraggia a proseguire nella nostra azione di governo per garantire stabilità e crescita economica”.