Tutto è partito da una richiesta di aiuto. Una lettera, una delle tante redatte dal parroco del Parco Verde, don Maurizio Patriciello, e inviate a personalità delle Istituzioni e della politica che avrebbero potuto fare qualcosa per Caivano. Dopo la vicenda, vergognosa e brutale, dei continui stupri ai danni di due cuginette di 10 anni, Patriciello scrisse anche a Giorgia Meloni, premier da neppure un anno: “Giorgia, facci sentire italiani, europei, vieni a vedere come sopravvive il Parco Verde”. Dalla leader di Fratelli d’Italia è arrivata la risposta più forte, una risposta vera e concreta, non solo a parole ma anche e soprattutto nei fatti. Lo racconta il cambiamento della città, dopo un anno di lavoro continuo da parte del governo e della struttura speciale istituita dall’esecutivo e sotto la direzione del commissario straordinario Fabio Ciciliano. Lo racconta – e questo, forse, vale più di tutto – lo stesso Maurizio Patriciello, oggi intervenuto alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. Il messaggio è quello che probabilmente fa più piacere ascoltare: “Da almeno un anno la più grande piazza di spaccio d’Europa non funziona”. Smantellata dai continui blitz delle forze dell’ordine, dal lavoro dell’esecutivo, dal ritorno della legalità, dalla ristrutturazione delle infrastrutture pubbliche, dal commissariamento del comune. “Ora – ha detto Patriciello – capirete perché non mi vogliono bene”. Patriciello, infatti, continua a ricevere minacce e lettere minatorie: l’ultima pochi giorni fa, in cui lo scrivente rivolgeva offese anche verso gli esponenti del governo. Un nervosismo tra i malviventi che conferma, a questo punto, il ritorno dello Stato in quella città, in quel quartiere, sta funzionando.
Le promesse mantenute da Giorgia Meloni
Patriciello racconta che, dopo la lettera scritta il 25 agosto del 2023, le inviò anche “un altro messaggio il 28 agosto: ‘Giorgia, vieni, ti aspettiamo a braccia aperte, che Dio ti benedica, padre Maurizio’. Poi – ha proseguito – il 31 agosto per la prima volta un Presidente del Consiglio ha accolto il grido di dolore di un parroco ed è venuta a Caivano. Le dissi: ‘Sappiamo fischiare e applaudire, per piacere prenditi gli applausi’”. Tra i grandi risultati del governo c’è il rifacimento della struttura sportiva Delphinia, che oggi prende il nome di “Pino Daniele”. “La prima promessa mantenuta – ha detto infatti Patriciello – è stato il centro sportivo a Caivano, il centro Delphinia, che è un gioiellino e appartiene ai caivanesi, poi sono partite altre cose. Qualcosa sta avvenendo, qualcuno dice bugie”. Il messaggio che il parroco ha lanciato oggi è più che chiaro: “Da me sono venuti tanti parlamentari, di tutti i colori: da me si è seduto Giuseppe Conte, poi Carfagna, Renzi, Sandro Ruotolo, chiedevamo aiuto, mi voglio illudere di vivere in uno stato democratico e civile. Poi, il Parco Verde è rientrato nel discorso della Terra dei Fuochi, abbiamo fatto i funerali ai bambini, l’ultima vittima ha 20 anni, altri sono morti al Gaslini di Genova, abbiamo dovuto provvedere anche ai funerali. Chi deve risolvere i problemi, chi prende le decisioni? A volte ci sono state le passerelle, c’è stato chi ha ascoltato, chi no”.
Le sinergie hanno funzionato. Giorgia Meloni e don Maurizio Patriciello,insieme per la riscossa di Caivano,che spero funzioni da traino per altre realtà simili in Italia.