“Sarà una società al 100% di proprietà della Camera dei Deputati e servirà a gestire i servizi di pulizie, ristorazione, rimessa e altro”. Così il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, ideatore della proposta, in un’intervista a Libero nella quale spiega i motivi che hanno indotto la Camera a creare una società in house per cambiere il trattamento economico di lavoratori in servizio a Montecitorio ma dipendenti di cooperative. Si tratta di personale addetto alle pulizie, al ristorante e alla buvette, al parcheggio, guardaroba e facchinaggio. Tutte persone che dopo anni di lavoro restavano inchiodate a uno stipendio di 400 euro al mese.
“Secondo le analisi economiche effettuate da studi specializzati-ha detto Rampelli- risparmieremo un milione e mezzo di euro l’anno e migliorando la qualità dei servizi erogati contiamo di avere anche un margine superiore. Ma la Camera non deve guadagnare soldi quindi ciò che realizzerà in più lo redistribuirà tra i lavoratori”.
“Questo sistema- ha aggiunto Rampelli- andava avanti da diversi decenni, ma nessuno ha pensato di affrontare le anomalie del sistema, tra queste la peggiore è la mortificazione dei lavoratori con il precariato e con stipendi incompatibili con la vita umana”.
“Le categorie prese in considerazione – ha sottolineato- non avranno stipendi “importanti”, ma il nostro obiettivo è riconoscere stipendi equi e stroncare lo sfruttamento. Dirò di più, il nostro potrà essere un modello perché è giusto esternalizzare i servizi ma non peggiorando la loro qualità e facendo risparmi di bilancio sulla pelle dei lavoratori. Si devono tagliare gli sprechi non i salari più bassi”
Rampelli si dice stupito per il comportamento dell’opposiziome: “Prima sembravano tutti sensibili all’argomento, ora mi pare abbiano preferito la contrapposizione al governo e hanno votato contro. Sono stupito dai 5 Stelle che hanno preteso di contrattualizzare i cosiddetti portaborse, alcuni dei quali sono ex parlamentari, intaccando per 4 milioni e 1/2 il bilancio della Camera e ora, sui lavoratori più fragili, si schierano contro”.
“Roberto Fico partiva con la palla al piede perché doveva castigare il palazzo per fare bella figura, ma poi- ha osservato Rampelli- si è dovuto arrendere alla necessità di nuove assunzioni per rimpiazzare i pensionamenti. Se non l’avesse fatto Montecitorio avrebbe potuto chiudere per assenza di personale. Ma sul miglioramento delle condizioni dei lavoratori precari non ha voluto prendere iniziative. Gli stavano a cuore- ha concluso- solo i collaboratori parlamentari (i cosiddetti portaborse)”.