“La differenza tra chi scrive e Donno non riguarda solo il profilo politico, ma anche quello comportamentale: il predetto, infatti, è recidivo nella violazione del Regolamento della Camera e, conseguentemente, nell’essere destinatario delle conseguenti sanzioni. Non devo spiegare ad alcuno, Donno compreso, le ragioni del mio voto contrario alla riformulazione di un ordine del giorno che non condivido, essendo tutt’ora vigente l’articolo 68, comma 1 della Costituzione, che il rappresentante grillino all’evidenza ignora. Ciò detto, è inconfutabile il fatto in ragione del quale se i membri della Camera vogliono inasprire le sanzioni rispetto a quelle attualmente previste, altro si deve fare che modificare il Regolamento della Camera, segnatamente l’articolo 60 che indica i limiti minimi e quelli massimi di sospensione dai lavori d’Aula dei deputati. Quanto alle sanzioni comminate, è il caso di richiamare qui il pre citato articolo 60 che riserva alla competenza del Presidente della Camera- e non ad altri- il potere di proporre le sanzioni, la cui definizione inappellabile è assunta dall’Ufficio di Presidenza della Camera e non necessita di una catalogazione di fattispecie alcuna, poiché è il principio di gradualità della sanzione al quale lo stesso si conforma quando assume la decisione”.
Così Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati.