Dal ministro della Giustizia Bonafede finora arrivano solo rassicurazioni retoriche, ma fatti non se ne vedono: dopo aver escluso, nella replica di giovedì scorso in Aula, la dotazione del taser e di dotazioni per difendere gli agenti dalle ripetute aggressioni e dopo aver difeso la ‘vigilanza dinamica’, che tanto stress sta provocando nelle condizioni di vigilanza e sicurezza, in queste due risposte scritte il ministro annuncia di voler affrontare con i classici pannicelli caldi la grave crisi di personale e mezzi”. Così il senatore di FdI Marco Marsilio commenta la risposta scritta ricevuta dal Guardasigilli Bonafede alle due interrogazioni presentate sulle condizioni di lavoro della Polizia Penitenziaria e di tutto il personale amministrativo, medico e paramedico negli istituti di Teramo e Rebibbia. “Vantarsi di aver destinato 24 unità a Rebibbia e 14 a Teramo, dopo aver dovuto ammettere la condizione patologica di carenza di organico, significa, infatti, di non aver capito quali siano le reali necessità. A Teramo – insiste Marsilio – per stessa ammissione del Ministero di Grazia e Giustizia, si lavora con il 40 per cento degli effettivi, mentre a Rebibbia si scontano carenze che arrivano al 75 per cento nel ruolo dei Sovrintendenti. Come riescano gli agenti di Polizia Penitenziaria ad assicurare la sicurezza e l’efficienza del regime carcerario in queste condizioni è un vero e proprio miracolo del quale dobbiamo ringraziarli quotidianamente. L’attenzione e la sensibilità di Fratelli d’Italia sul tema è costante e continueremo a lavorare per risolvere i problemi reali”. “Anche per questo – conclude – venerdì prossimo sarò nel pomeriggio a Sulmona, per visitare un istituto purtroppo noto per le condizioni molto critiche in cui versa. Il governo usi le risorse in bilancio per assumere il personale che serve e creare vero lavoro facendo funzionare meglio la macchina dello Stato, invece che fare debiti per pagare redditi di cittadinanza”