Nel Consiglio dei Ministri di ieri, si è discusso anche del tema del caro bollette. Alla presenza della premier Giorgia Meloni, dei ministri dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, degli Affari europei, Tommaso Foti, e dell’Economia in collegamento, Giancarlo Giorgetti, il governo ha fatto il punto sulle possibili strategie da seguire per aiutare i cittadini a fare i conti con delle bollette molto più alte rispetto a molti altri Paesi. Così si consumano i risparmi degli italiani e si mina alla produttività, messa a rischio da costi troppo elevati. Tra le possibili alternative c’è, ad esempio, la possibilità di allargare la platea dei beneficiari del bonus sociale. Una proposta che però apre un nuovo problema: quello del reperimento delle risorse. Difficile fare previsioni, anche perché aumentare il numero dei beneficiari comporterebbe un incremento della spesa statale maggiore di un miliardo di euro. Si sta lavorando – sempre nel campo delle ipotesi e delle probabilità – anche sul possibile annullamento della differenza tra il costo del gas sul mercato europeo e quello italiano, che spesso arriva anche a valore piuttosto elevati: “Nel 2024 il gas ha prodotto il 40% dell’energia elettrica – ha spiegato Pichetto Fratin – però il famoso meccanismo a livello europeo determina il prezzo sul peggior impianto nel momento più critico nel 70-75% dei casi”. Un meccanismo che “ci è stato molto utile quando il gas era a 10/12/15 euro ma adesso ci sta tornando addosso come un boomerang”.
FdI: “Paghiamo i ritardi dei governi precedenti”
Tante altre le ipotesi in campo per fronteggiare un problema che, purtroppo, siamo costretti a subire anche e soprattutto per la mancanza di lungimiranza delle passate classe dirigenti, troppo lente a recepire l’importanza delle nuove tecnologie nonché troppo inerti nel sottoscrivere accordi che hanno, di fatto, bloccato l’Italia rendendola schiava di altre potenze in fatto di energia. Attuare quel mix di fonti energetiche tanto ricercato dal governo è, nel lungo periodo, la soluzione più fruttifera che si possa dare alla nostra Nazione. Proprio nelle scorse ore si è tenuto un convegno organizzato a Montecitorio su tema dell’energia nucleare: è emerso che “serve un approccio pragmatico”, nelle parole di Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli d’Italia. L’esempio è quello di altri Paesi, come Spagna e Francia, che “hanno fatto scelte precise” e ora pagano l’energia “a prezzi bassissimi”: “Paghiamo ritardi decennali per colpa dei vari governi che si sono succeduti”.
Il governo è dunque pronto a puntare sugli Smr, reattori più piccoli e più rapidi da realizzare: secondo Claudio Barbaro, sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, “il nuovo nucleare sostenibile è un tema cruciale per trovare soluzioni lungimiranti che garantiscano un futuro più sostenibile e indipendente dal punto di vista energetico. L’ Italia può avere ruolo chiave nello sviluppo delle tecnologie energetiche all’avanguardia”. Anche Nicola Procaccini, eurodeputato per Fratelli d’Italia e co-presidente di Ecr, lo ammette: “La fusione nucleare è all’orizzonte, è il Sacro Graal delle fonti energetiche”. E a togliere i dubbi sulla pericolosità dell’energia nucleare, ci pensa Gianluca Artizzu, amministratore delegato di Sogin: “È un tema che viene utilizzato ancora come argomento contro il nucleare tout court ma un impianto in funzione produce una quantità minima di rifiuti rispetto a quanto produce come quota di energia elettrica”. La questione dunque è cruciale e sempre più addetti ai lavori sembrano interessati all’apertura del governo, nella creazione di quella che potrebbe essere una nuova filiera che, com’è ormai chiaro, non può che giovare ai più svariati comparti produttivi nostrani e, sicuramente, anche ai cittadini italiani.