Caso Ramy: quel fil rouge tra polemiche, provocazioni, disordini e devastazioni

C’è una una lunga scia di devastazione e polemiche nella notte di disordini seguita alle manifestazioni organizzate in diverse città, tra cui Bologna e Roma, in ricordo di Ramy Elgaml, il 19enne morto il 24 novembre a Milano al culmine di un inseguimento con i carabinieri. Nel capoluogo emiliano gli episodi più gravi, con ignoti che hanno scritto “Justice free Gaza” sul muro della sinagoga.

“Un grave attacco antisemita, che deve essere condannato con assoluta fermezza”, ha rimarcato l’ambasciatore israeliano in Italia, Jontahan Peled.
Ma andiamo con ordine. Il centro storico di Bologna è stato teatro di violenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, con numerose attività commerciali che hanno subito danneggiamenti. Sin dal primo momento il personale di Hera e della polizia locale è intervenuto a supporto della situazione e per tutta la notte si è lavorato per ripulire e sistemare i danni causati.
Due i denunciati a seguito dei cortei. Si tratta di un 24enne accusato di resistenza a pubblico ufficiale, porto di oggetti atti a offendere aggravato, omesso avviso di manifestazione e travisamento, e un 30enne per resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale, omesso preavviso di manifestazione e travisamento. Entrambi sono stati rilasciati. Sono invece 18 gli agenti feriti, secondo quanto riferito dal sindacato di polizia Coisp.

Momenti di grave tensione si sono vissuti anche a Roma, dove la manifestazione per Ramy è culminata sabato sera nell’esplosione di diverse bombe carta.
Stamane sarà inviata in Procura una prima informativa di reato sugli scontri con la polizia che si sono verificati in piazza dei Sanniti, nel quartiere di San Lorenzo, durante il corteo. La manifestazione, a cui hanno partecipato 300 persone circa, era stata organizzata in simultanea con quelle che si stavano svolgendo a Bologna, Brescia e Milano, organizzate dal Coordinamento antirazzista italiano, a cui hanno preso parte collettivi autonomi, centri sociali e gruppi studenteschi aderenti a diverse sigle.

“Abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo”, ha commentato la premier Giorgia Meloni, “non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle forze dell’ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte”.

Parole durissime, a cui hanno fatto eco quelle del ministro della Difesa, Guido Crosetto, secondo cui gli scontri “mettono in luce, chiaramente, la brutalità di delinquenti organizzati e facinorosi senza scrupoli, che hanno colpito con premeditazione”.

Secondo il ministero dell’Interno, nel 2024 in Italia sono state organizzate 12.302 manifestazioni (+9,7% rispetto al 2023). In 322 casi si sono registrate delle criticità (-18,9% rispetto al 2023) e i feriti tra gli appartenenti alle forze di polizia sono stati 273 (+127,5%), mentre nel 2023 erano stati 120.Anche la famiglia di Ramy ha condannato gli scontri avvenuti. “Siamo profondamente turbati nell’apprendere che il nome di Ramy venga utilizzato come pretesto per atti di violenza”, hanno rimarcato i familiari, “crediamo che il ricordo di Ramy debba essere un simbolo di unità, non di divisione o distruzione. Il nostro appello è rivolto a tutti coloro che scelgono di onorare la sua memoria: fatelo in modo pacifico e costruttivo, attraverso il dialogo e il rispetto reciproco. Inoltre, ci dissociamo da qualsiasi utilizzo politico del nome di nostro figlio. Ramy era un ragazzo pieno di vita, amato dalla sua famiglia e dai suoi amici, e non vogliamo che la sua figura venga strumentalizzata per fini che non hanno nulla a che fare con la nostra richiesta di verità e giustizia per cui abbiamo riposto massima fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine”.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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