“Le giustificazioni di Franceschini relative al caso “Chiavi di Pompei” sono un tentativo goffo di farsi gioco dei protocolli e dei regolamenti dell’Istituzione. Solo oggi infatti, evidentemente preoccupato dalla vicende in corso, il ministro si rende disponibile ad una restituzione del prezioso riconoscimento. Infatti, secondo il dpcm del 20 dicembre 2007, l’amministrazione ricevente individua l’ufficio ove tenere l’apposito registro in cui iscrivere i doni di rappresentanza contenente la descrizione del bene, l’indicazione del donatore, la stima effettuata, la data e il motivo della consegna e la destinazione effettuata. La stima del valore economico del dono di rappresentanza non è aleatoria come sostiene l’ex ministro, bensì è effettuata dall’Ufficio di bilancio dell’amministrazione ricevente. Franceschini quindi avrebbe dovuto far valutare il dono ricevuto e sincerarsi del suo valore. Non regge neppure la goffa giustificazione di ritenere le Chiavi di Pompei un’onorificenza assegnata alla persona in quanto sono esclusi dal dpcm solo gli oggetti che si riferiscano a decorazioni o insegne o distinzioni onorifiche o cavalleresche o di benemerenza attribuiti da Sovrani, Capi di Stato, Governi o da altri soggetti che, in ambito internazionale, godano di prerogative analoghe a quelle di un Sovrano, di un Capo di Stato o di un Governo, nonché le insegne onorifiche nazionali concesse dallo Stato italiano ad autorità italiane o straniere e nessuno di questi casi è nella fattispecie di Franceschini. La sinistra, che tanto invoca onestà e trasparenza tirando in ballo questo o quel regolamento, è sicura di aver letto bene? Oppure questo modus operandi vale solo quando c’è da denigrare il governo di centrodestra?.
Lo dichiara il deputato di FdI Fabio Pietrella.