Da un po’ di tempo a questa parte non c’è giorno in cui dai giornali, dai social o da qualche illustre sconosciuto non ci venga fatta la morale di quanto una donna debba sentirsi abusata, seviziata e privata dei suoi diritti sanciti dalla Costituzione al suono del fischio per strada, peggio ancora se accompagnato da un complimento. E quando si è alzata una voce fuori dal coro come quella della cantante Rock Ira Green, colpevole di aver stigmatizzato l’asfittico dibattito con un pò di ironia si è abbattuta su di lei una vera e propria valanga di odio da parte di chi, si dichiara contro ogni prevaricazione maschile, ritenendo evidentemente una buona regola di bon ton invece augurare ogni tipo di violenza contro chi nei social esprime una opinione differente dalla sua.
Abbiamo sentito telefonicamente la cantante che ha stupito pubblico e giudici del talent The Voice of Italy; Ira viene da una lunga gavetta nel circuito musicale rock dove si è fatta le ossa e, oltre ad essere caratterizzata da una grinta fuori dal comune, non ama troppo le perifrasi e ci racconta che mai si sarebbe aspettata di scatenare tutta quella rabbia, scandita anche da minacce di morte per un post sarcastico su Facebook.
Ma Ira non è certo una che si fa intimorire, non la intimoriscono di certo le minacce ricevute, (c’è persino qualcuna che le ha augurato di essere stuprata per strada visto che i fischi non le davano fastidio). A spaventare Ira è semmai l’aver toccato con mano la deriva che sta prendendo l’utilizzo indiscriminato dei social, dove tutti possono riversare le loro frustrazioni e si permettono di aggredire con linguaggio inaccettabile quello che ritengono un avversario di opinione.
“Non si accetta più il ragionamento, la discussione su un tema. Ormai si tende a seguire il gregge come tante pecore, aspettando che qualche personaggio di spicco ci dica quale sia la moda o il pensiero del momento” ci dice Ira. “Si accettano opinioni preconfezionate in maniera acritica, come se fossero un dogma. Se quello del cat calling era un argomento così sentito ed importante perché hanno aspettato che a sollevarlo fosse Aurora Ramazzotti, senza invece aver mai battuto ciglio di fronte ai tanti altri sfoghi di ragazze comuni, che hanno sollevato situazioni di disagio ancor più serie rispetto ad un fischio, come pedinamenti e atti persecutori messi in atto dagli uomini? Perchè non è mai stato sollevato il problema prima di Aurora Ramazzotti?
Avrei semmai dato più credito a una denuncia sul cat calling arrivata da una ragazza normale, una ‘ragazza nessuno’, lo avrei accettato. Ma da una che vive nella bambagia come lei, no.”Avrei semmai dato più credito a una denuncia sul Cat calling arrivata da una ragazza normale, una ‘ragazza nessuno’, lo avrei accettato. Ma da una che vive nella bambagia come lei, no” – aveva dichiarato qualche giorno fa Ira intervistata da Il Primato Nazionale.
Ma in fin dei conti è sempre così, i problemi veri della gente non interessano a nessuno. Perchè tutte queste donne non si sdegnano magari per il fatto che molte donne sono state escluse da alcune posizioni lavorative magari solo per un tatuaggio, e questo non riguarda solo le donne ma riguarda tutti, uomini e donne che si sono sentiti giudicati solo per un loro modo di essere, per aver espresso, con l’abbigliamento o una pettinatura la loro personalità”.
Insomma una voce fuori dal coro quella di Ira, che non intende certo fare marcia indietro per le offese ricevute. “Continuo a non ritenere offensivo un fischio di apprezzamento. Ci sono tanti altri disagi che vivono le donne, quelle comuni. Le persone dovrebbero occuparsi di quelli”.
Si potrebbe risolvere in educazione sociale ma passano gli anni e chissà.
L’altra è che governi che si ritengono democratici la smettano di pisciarsi nei pantaloni e porre fine a questi scempi e come garantendo una pena severa e immediata . Altrimenti tutti possono tutto tanto che mi fanno.
I vinchi prima di essere usati vanno dogati e si tengono a bagno .