A pochi giorni dalle nuove elezioni politiche (le terze in pochi mesi) in Spagna si riaccende lo scontro sul destino della Catalogna. Causa scatenante è stata la sentenza del Tribunale Supremo che ha condannato per sedizione 9 leader indipendentisti catalani che organizzarono l’autoproclamato referendum per l’indipendenza dell’ottobre 2017.
La più che legittima condanna penale nei confronti di chi ha attentato all’unitá nazionale violando la Costituzione e numerose leggi spagnole ha scatenato le manifestazioni di questi giorni, più volte degenerate in assalti violenti alla Policia nacional ma anche ai Mossos d’Esquadra, la polizia regionale catalana che in passato aveva simpatizzato con gli indipendentisti. L’eco dei fatti di Barcellona, poi replicati anche a Madrid da poche centinaia di black block, è giunta anche in Italia. A maggior ragione dopo che nella meravigliosa piazza del centrodestra a San Giovanni i giornali spagnoli hanno notato una bandiera catalanista, legata insieme ad una leghista, e ascoltato le parole di Matteo Salvini che nel suo intervento dal palco ha rivolto “un pensiero al popolo catalano e al popolo britannico, perché lì il voto conta” .
Tanto è bastato per coinvolgere nella polemica il leader di Vox, Santiago Abascal, alleato di FdI nel gruppo dei Conservatori europei ed ospite ad Atreju soltanto poche settimane fa. Abascal, accusato di essere amico di Salvini, si è visto costretto a puntualizzare che per lui e il suo partito si può anche andare d’accordo su temi sensibili come l’immigrazione, ma l’unità e la sovranità nazionale della Spagna sono valori non negoziabili che non possono essere messi in discussione da nessuno.
A stretto giro è arrivata la chiara presa di posizione di Giorgia Meloni, apprezzata e subito ritwittata da Abascal, che ha sottolineato come per Fratelli d’Italia il secessionismo e il globalismo siano due facce della stessa medaglia. Entrambi infatti indeboliscono la sovranità degli Stati nazionali, per questo oggi la battaglia per un’Europa di nazioni sovrane passa dal rifiuto di ogni secessionismo e dalla difesa dell’unità nazionale. Non è un caso che i Soros e gli alfieri del globalismo siano da sempre schierati con l’indipendentismo catalano, che peraltro è egemonizzato dalla sua componente di estrema sinistra e quindi si rivela sempre più pro-migranti, pro-Lgbt e contro i valori tradizionali di Dio, Patria e Famiglia. Si, perché in questi anni a partire dalle scuole primarie appaltate alla regione il catalanismo ha unito la sua opera di indottrinamento a quella progressista. La rimozione della toponomastica in castigliano, la censura e la demonizzazione di chi non si allinea, le minacce fisiche a dirigenti di Vox che sono stati costretti ad andarsene da Barcellona, ci danno il senso di una partita drammatica in cui peraltro nonostante tutto meno della metà dei catalani vota per partiti secessionisti.
Per questo Fratelli d’Italia sostiene con coerenza la battaglia degli amici di Vox per una Spagna unita, viva e libera!