Si è celebrata questa mattina in Senato la Festa della Luce indiana, Diwali, giunta alla X edizione con l’appuntamento “Educazione e non violenza alle radici della vita” organizzato su iniziativa del Sen. Lucio Malan, presidente del Gruppo di Fratelli d’Italia (FdI) al Senato, in collaborazione con l’Unione Induista Italiana (UII) e alla presenza dell’Ambasciatrice indiana in Italia S. E. Neena Malhotra, del presidente e del fondatore dell’UII, rispettivamente Franco Di Maria e Paramahamsa Svami Yogananda Ghiri, del Sen. Giulio Terzi (FdI), dell’on. Grazia Francescato e dell’ex vice sindaco di Roma Capitale Luca Bergamo.
Nel suo intervento, Terzi ha sottolineato l’importanza per l’umanità di proseguire nella ricerca della luce, della verità e della conoscenza per assicurare una pace diffusa e duratura. “L’educazione come elemento di auto-coscienza per un profondo contrasto e superamento degli orrori ai quali abbiamo assistito il 7 ottobre scorso con il genocidario attacco ad Israele e al popolo ebraico” ha detto Terzi, aggiungendo che “la celebrazione di oggi rappresenta la vittoria delle forze di Rama – cioè la nonviolenza e la verità – su quelle di Ravana – violenza e menzogna”.
Terzi ha dunque ricordato il Mahatma Gandhi che, sulla nonviolenza diceva: “Il mio credo nella nonviolenza è una forza estremamente attiva. Non c’è spazio per la codardia e nemmeno per la debolezza. C’è speranza che un uomo violento diventi un giorno nonviolento, ma non ce n’è per un codardo. Se non sappiamo difendere noi stessi, le nostre donne e i nostri luoghi di culto con la forza della sofferenza, cioè con la nonviolenza, dobbiamo, se siamo uomini, essere capaci di difendere tutto questo almeno combattendo”.
A tal proposito, Terzi ha evidenziato come lo stesso Marco Pannella, grande interprete dello spirito di Gandhi nel nostro Paese, fosse solito sottolineare proprio la codardia come unico elemento in grado di superare in negativo la violenza. Violenza che, fatto salvo nei casi di legittima difesa, resta uno strumento illusorio perché: “qualora fosse anche possibile appropriarsi del potere attraverso la morte propria e degli altri, sarebbe un’illusione pensare che per mantenere quel potere sia necessaria altra morte. La scorciatoia della morte per arrivare al potere è illusoria”, ha così concluso Giulio Terzi citando Marco Pannella.