Cgil e Uil, ennesimo sciopero. Ma anche Mattarella elogia i risultati economici del Governo

“C’è un piccolissimo pregiudizio da parte della Cgil e della Uil”: così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato ieri, ironicamente, la scelta dei due sindacati di indire uno sciopero generale contro la manovra di Bilancio, da pochi giorni varata in Consiglio dei Ministri. Sul sito della Cgil, spiegano che “la mobilitazione è stata indetta per chiedere di cambiare la manovra di bilancio, considerata del tutto inadeguata a risolvere i problemi del paese, e per rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali”. Le rivendicazioni sono, si può dire, quelle di sempre: dall’aumento del potere d’acquisto al calo della precarietà, dalla spesa in sanità fino all’utilizzo degli extraprofitti delle banche. “Il Governo ci infliggerà 7 anni di austerità”, allarmano, malgrado per il terzo anno di fila nella manovra finanziaria si riconfermano proprio le misure richieste: il precariato è diminuito con la crescita dei contratti stabili a tempo indeterminato, i salari sono aumentati grazie al taglio del cuneo fiscale e contributivo per le fasce più deboli, l’occupazione è aumentata come pure quella giovanile e quella femminile, il Fondo sanitario nazionale ha raggiunto il suo massimo storico con risorse più sostanziose di quelle stanziate durante la pandemia, ammonta infine a 3,6 miliardi di euro il prelievo del Governo a banche e assicurazioni per nuovi investimenti proprio in sanità. È dunque ovvio che, di fronte all’ennesimo sciopero indetto (se ne sentono sempre di nuovi a cadenza giornaliera), si arrivi a pensare che si tratti soltanto di una mossa politica, di contrasto al governo, prescindendo dai suoi risultati. “Se nonostante questo confermano uno sciopero generale, direi che non stiamo molto nel merito” ha spiegato Meloni ospite a Cinque Minuti, dopo che Bruno Vespa le aveva chiesto come mai, nello stesso giorno che il capo dello Stato Sergio Mattarella ha elogiato l’Italia e i suoi risultati economici, alcuni sindacati chiedano lo sciopero generale: “C’è qualcosa che non funziona”, ha detto il giornalista.

Ma gli altri sindacati stanno con il Governo

Poche ore prima, in effetti, Mattarella ha ricordato proprio come l’Italia sia tornata a crescere: sia in fatto di Pil, sia in quanto a occupazione, ma anche riguardo le esportazioni. Risultati che nascono da un settore produttivo e lavorativo che ha certamente voglia di fare, ma anche da un governo che sa incentivarlo: nella manovra finanziaria contestata dai sindacati, vengono infatti riconfermate le decontribuzioni sul lavoro a tempo indeterminato che in questi mesi hanno dato la spinta definitiva per l’aumento dell’occupazione. Il Presidente della Repubblica ha inoltre spiegato che è “irragionevole” che un tale ormai assodato slancio “non venga notato dalle agenzie di rating nel valutare prospettive e affidabilità dell’economia italiana”. Una bacchettata per chi ancora non crede nell’Italia e per chi sottovaluta il potenziale nazionale. A partire anche da chi, non dall’estero ma qui in Italia, rema contro una manovra che conferma un aumento degli stipendi per 14 milioni di italiani.

E a riprova della natura politica, e non sindacale, di un tale sciopero, arrivano anche le parole di un collega di Landini e Bombardieri, Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl: “Noi – ha detto a Libero – consigliamo vivamente al collega Landini di rivestire i panni del sindacalista e di non fare da traino a un’opposizione politica che non ha davvero bisogno di collateralismi. Si rischia – ha aggiunto – in questo modo di fare un danno sia ai partiti sia alla rappresentanza sindacale, che perde di credibilità e di autonomia”. E sulla manovra, Sbarra spiega che la Cisl ha “espresso un giudizio esclusivamente sindacale”, reputando dunque la finanziaria del Governo “un provvedimento complessivamente positivo, considerando i limiti imposti dal Patto di Stabilità europeo e tenendo conto delle funzioni di una Legge di Bilancio”.

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1 commento

  1. Sono uno che ha fatto la gavetta nei locali pubblici degli anni ’70, non proprio il massimo in quanto a rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Devo dire che, senza sindacati, sarebbe stata ancora più dura. Immagino anche peggio per gli operai delle grandi fabbriche. A quei tempi i sindacati erano i sindacati a difesa dei lavoratori! Ora sono un partito di estrema sinistra che sta prendendo in giro i lavoratori (che pagano la tessera di partito) dicendo che la causa dei loro mali è (solo) del governo (di destra). Il governo ha sempre delle responsabilità, questo è poco ma sicuro. Ma, Landini, non venga a dire che questo governo non ascolta i sindacati! Prima di contestare la manovra, si presenti il 5 novembre a Palazzo Chigi e la smetta di parlare per slogan!

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